“Proteggere Madrid dall’assalto comunista alle istituzioni”. Mancano pochi giorni alle elezioni regionali del 4 maggio nella comunità autonoma di Madrid e Vox, il partito di estrema destra guidato da Santiago Abascal (foto), ha intenzione di giocare un ruolo determinante. L’obiettivo è impedire un governo di sinistra, dove rientrerebbe l’acerrimo nemico Pablo Iglesias, il leader di Unidas Podemos che ha lasciato l’incarico da vicepresidente del governo per candidarsi nella sua comunità autonoma. In caso di vittoria, la decisione finale spetta al Partito Popolare (Pp).

Vox continua a insistere. Vuole capire se Isabel Díaz Ayuso, la presidente uscente e grande favorita nei sondaggi, accetterà i loro voti. Il leader dei popolari, Pablo Casado, ha interrotto i rapporti con Abascal da ottobre, quando Vox presentò una mozione di sfiducia contro l’esecutivo di Pedro Sánchez. Da quel momento ha cercato di allontanarsi dall’estrema destra per riportare il Pp verso il centro. Ora, però, il 41,4% con cui Ayuso stravincerebbe le elezioni, secondo alcuni sondaggi, non basterebbe per ottenere la maggioranza. Il 9% di Vox sarebbe sufficiente, ma Casado rifiuta il co-governo e in cambio preferisce che la formazione di Abascal, rappresentata a Madrid da Rocío Monasterio, si limiti a un appoggio esterno.

La campagna elettorale degli alleati di Fratelli d’Italia nel Parlamento Europeo punta su comizi giornalieri sparsi in tutto il territorio regionale. Anche dove la sinistra è storicamente più votata, come nel quartiere di Vallecas. Alla fine dell’evento di due settimane fa, la polizia ha arrestato 13 persone. 35 sono state ferite, tra cui 21 agenti. La penetrazione di Vox in queste zone è ancora limitata ma già nelle elezioni nazionali del 2019 era il quarto partito nel distretto di Puente de Vallecas. Secondo El País, Abascal sta cercando di seguire la stessa strategia utilizzata da Marine Le Pen con il Fronte Nazionale in Francia nei quartieri tradizionalmente legati al passato comunista.

In molti di questi eventi, il partito fa leva sull’insicurezza, un tema strettamente legato all’immigrazione. All’inizio di aprile, Monasterio si è recata immediatamente nel quartiere di Ciudad Lineal dopo aver appreso di una sparatoria tra gang latine per promettere mano dura contro gli “immigrati illegali che non si stanno rimpatriando”. Ma l’argomento che ha destato più polemiche riguarda il mantenimento dei minori stranieri non accompagnati, vero leitmotiv della campagna. Su un manifesto di Vox apparso questa settimana nella stazione di Puerta del Sol si legge “un mena [minore straniero non accompagnato] 4.700 euro al mese, tua nonna 426 euro di pensione al mese”. I dati sono stati smentiti da organi regionali: solo il 7% dei minori accolti è rappresentato da stranieri non accompagnati e il denaro investito serve soprattutto per il mantenimento dei centri e gli stipendi.

L’incredibile quantità di eventi pubblici che Vox ha svolto finora, quasi 30, è servita a riaffermare lo scetticismo del partito nei confronti delle misure anticovid. Durante gli incontri, le persone sono invitate a riunirsi sotto il palco senza rispettare le misure di distanziamento. Abascal ha recentemente definito le restrizioni “un esperimento totalitario che serve a qualcuno per condannarci approfittando della pandemia” e si è attribuito il merito di aver trasformato Madrid nella comunità più permissiva. I bar e i locali sono infatti aperti fino alle 23, con limiti di capienza al 50%, ma Abascal ha già intimato a Ayuso che non accetterà ulteriori misure quando lo stato di emergenza nazionale scadrà il 9 maggio. In questo momento, la regione è la seconda per numero di casi per abitanti, 435 per 100mila.

Neanche i mini-lockdown sono riusciti a fermare i comizi. Madrid è l’unica regione ad aver imposto confinamenti a partire da 400 casi per 100mila abitanti nelle cosiddette “zonas básicas de salud”, non veri e propri quartieri ma aree coperte da un determinato centro sanitario. Vox è entrato in alcune di queste zone svolgendo ugualmente gli eventi della sua campagna.

Il mandato di Isabel Díaz Ayuso è durato meno di due anni. La candidata del Partito Popolare ha sciolto la Camera regionale a marzo dopo aver appreso della mozione di sfiducia presentata a Murcia da Ciudadanos e Partito Socialista. Spaventata da uno scenario simile a Madrid, ha deciso di convocare l’appuntamento alle urne, nonostante Ciudadanos abbia più volte affermato di non aver mai avuto intenzione di rompere la coalizione. Questo partito potrebbe non riuscire a superare la soglia di sbarramento, fissata al 5%.

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