Tre ragazzi migranti, dopo essere stati respinti alla frontiera senza poter esercitare il diritto di valutare le singole posizioni come da regolamenti europei, si sono nascosti nel locomotore di un treno diretto verso la Francia. È quanto si vede in un video girato lunedì scorso alla stazione di Ventimiglia. Un posto estremamente pericoloso. In situazioni simili infatti sono morti sei giovani negli ultimi anni, anche se il numero reale delle vittime potrebbe essere più elevato considerando che non sempre viene data notizia dei rinvenimenti dei corpi folgorati o dilaniati sotto il treno.
Una situazione drammatica, denunciata da tempo da associazioni italiane e francesi, causata anche dall’aumento dei controlli alla frontiera dovuti al Covid-19. L’aumento dei controlli, infatti, limita ulteriormente le possibilità di passare il confine o di usufruire dell’attività dei passeur, che spesso si limitano a chiedere soldi ai migranti per poi farli salire di nascosto su camion parcheggiati negli autoporti, anch’essi sempre più monitorati all’ingresso sul territorio francese.
Alla stazione di frontiera tutte le persone con tratti somatici che possono far presupporre una provenienza extra-europea che tentano di salire sui treni in partenza verso la Francia vengono controllate e fermate se non sono in grado di esibire tutti i permessi necessari. Questo avviene anche quando le persone bloccate avrebbero diritto a ricongiungimento familiare o quando si tratta di minori.
Una situazione di diffusa violazione delle leggi che regolano le migrazioni, come certificato più volte da sentenze degli stessi tribunali amministrativi francesi (l’ultima emanata a Marsiglia il 10 dicembre scorso ndr), che continuano a sanzionare questi respingimenti, senza ottenere però alcun cambio di rotta nelle decisioni politiche che li determinano. Al silenzio delle istituzioni europee, si unisce il silenzio dei governi italiani che si sono succeduti in questi anni.
La linea più recente, ribadita dal sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè recentemente in visita a Ventimiglia, è la stessa dettata dall’allora ministro Angelino Alfano di provare a fermare i transiti aumentando i controlli alle stazioni di Milano e Genova. Ma sembra che non sia la presenza o meno di un centro di transito come quello della Croce Rossa (fatto chiudere definitivamente dalla Prefettura la scorsa estate) ad attirare i migranti. Spesso le persone arrivano a Ventimiglia perché, indipendentemente dal loro status giuridico, una volta passata la frontiera riescono a ottenere ricongiungimento familiare o comunque a regolarizzare la loro posizione e trovare un equilibrio economico e familiare che in Italia non trovano. Per molti la possibilità di costruire un futuro dignitoso resta più forte di qualsiasi rischio che possa rappresentare passare i controlli alla frontiera, per quanto spesso questo significhi affidarsi a ‘passeur’ che speculano su di loro, essere vittime di tratta oppure rischiare la vita con passaggi a piedi su viadotti autostradali, binari e valichi di montagna.
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