Un altro rinvio al processo Ruby ter. E’ quello che si prevede al processo in corso a Milano, che vede imputato, assieme ad altre 28 persone, Silvio Berlusconi accusato di corruzione in atti giudiziari. L’udienza di mercoledì, infatti, era stata fissata per sentire come testimone il ragioniere di fiducia dell’ex premier, Giuseppe Spinelli, che si occupava di far avere i soldi alle giovani che erano state ospiti delle serate ad Arcore , si terrà a Palazzo di Giustizia. E dunque non nella maxi aula della Fiera, come al solito: l’udienza, infatti, durerà solo per il tempo utile ad aggiornare il dibattimento ad altra data, probabilmente al 28 aprile.

Già nell’udienza del 24 marzo scorso Spinelli, chiamato a deporre dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Luca Gaglio, aveva depositato un’istanza di impedimento con cui aveva fatto presente di non aver ricevuto ancora la seconda dose del vaccino e, dunque, di non poter essere in aula. Problema che nel frattempo pare che non sia stato risolto, tanto che la sua audizione non potrà tenersi nemmeno domani. Da qui il rinvio del dibattimento che si celebra davanti alla settima penale, presieduta dal giudice Marco Tremolada.

Spinelli è uno degli ultimi due testi dell’accusa. Poi, si passerà all’esame degli imputati e ai testimoni della difesa. Nelle ultime udienze la difesa dell’ex presidente del Consiglio non aveva presentato legittimi impedimenti nel processo milanese nemmeno quando Berlusconi si trovava ricoverato per motivi di salute. E non aveva chiesto, quindi, di bloccare le attività d’aula. Contrariamente a quanto successo nella costola toscana del procedimento, che vede imputato oltre a Berlusconi anche il pianista Danilo Mariani, accusato di falsa testimonianza. La scorsa settimana il tribunale toscano ha accolto la richiesta di legittimo impedimento avanzata dai difensori del leader di Forza Italia, Federico Cecconi e Enrico De Martino, in considerazione del suo ricovero per accertamenti. È slittata così per la quinta volta l’udienza che dovrebbe portare a sentenza. Sono passati quindi quasi 14 mesi dalla richiesta di pena di quattro anni e due mesi per l’ex premier.

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