Lo scontro tra il generale Figliuolo e il presidente regionale De Luca sul vaccino agli operatori turistici? Io sarei assolutamente molto rigoroso, in linea col presidente Draghi, sul proteggere prima chi ha più di 60 anni e i fragili, perché altrimenti sottraiamo dosi di vaccino a persone che potrebbero andare in ospedale o addirittura morire”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “24 Mattino”, su Radio24, dal presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, che spiega: “Dobbiamo ragionare in un’ottica fortemente condizionata dalla quantità di vaccini di cui disponiamo. Già abbiamo commesso degli errori col ritardo della protezione dei più fragili, tenendo conto che la protezione dei fragili contrasta praticamente le chiusure, nel senso che prolunghiamo le chiusure perché dobbiamo mantenere bassa la curva dei pazienti ospedalizzati. Se avessimo una quantità smisurata di vaccini, si potrebbero creare tutte le strategie parallele che vogliamo. Ma se le modalità e la frequenza di consegna dei vaccini sono quelle che abbiamo visto in questo primo trimestre, vanno protette prima le persone fragili”.

Cartabellotta si sofferma sulla situazione attuale: “La luce in fondo al tunnel si vede, ma purtroppo, per vari inconvenienti, dalle varianti ai pochi vaccini, è il tunnel che si allunga. Di fatto, la luce c’è ma non sappiamo ancora quale sia la distanza. Noi al momento abbiamo praticamente superato il picco della terza ondata, sia per il numero dei casi positivi, sia per il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva. Le discese sono iniziate ma sono ancora molto lente: abbiamo più di 27mila pazienti ospedalizzati e più di 3.500 pazienti in terapia intensiva, con 13 regioni che superano la soglia di saturazione. Quindi – continua – siamo ancora nel pieno della terza ondata, ma per fortuna è iniziata la fase discendente e nelle prossime 3-4 settimane sicuramente continueranno a scendere tutti i numeri, perché usufruiremo dei colori rosso e arancione delle varie regioni. Tutto ovviamente dipenderà dall’entità delle riaperture e dai comportamenti della popolazione, perché la copertura vaccinale dei più fragili ridurrà fortemente l’accesso negli ospedali, ma non la circolazione del virus. Pertanto, valgono tutte le raccomandazioni che conosciamo, perché non avremo una massa di popolazione sufficiente per contrastare la circolazione del virus”.

E aggiunge: “Certo, l’estate darà una mano. Ma certamente non arriveremo al 2 giugno con gli stessi numeri dell’anno scorso, quando cioè venivamo fuori da un lockdown molto rigoroso. Avremo ancora dei numeri importanti di contagiati e di pazienti ospedalizzati. Ricordo che, se non scendiamo sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti, il tracciamento è impossibile da riprendere. Noi di Gimbe vorremmo un piano integrato: quello vaccinale e quello di controllo della pandemia, cioè il sistema regionale a colori – conclude – Uno dei parametri che dovrebbe essere inserito per le riaperture è la copertura vaccinale delle persone fragili. L’idea delle isole covid free? Mi convince solo teoricamente, perché dal punto di vista pratico non è solo con la vaccinazione di tutte le persone che si risolve il problema del covid. Se infatti non attuo un tracciamento rigorosissimo, ho sprecato semplicemente dei vaccini. Non creiamo una bolla epidemiologica, perché parliamo di posti dove le persone vanno e vengono in continuazione”.

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