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“Trasparenza e merito”, 650 professori per combattere il baronato all’interno delle università: “In 3 anni oltre 3mila segnalazioni”

I dati arrivano dal presidente Giambattista Scirè, 43 anni, siciliano, in lotta dal 2011 con l’ateneo di Catania, perché si è visto “scippare” – come dice lui – il posto da ricercatore e docente di storia contemporanea, da un’architetta. Una storia, la sua, simile a quella di tanti colleghi che stanchi di concorsi manovrati si sono uniti per denunciare un malcostume tutto italiano
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Tremila segnalazioni di abusi in tre anni; cinquemila sentenze dal 2014 ad oggi. Sono i numeri che snocciola il movimento “Trasparenza e merito”, l’associazione composta da 650 docenti e ricercatori universitari, nato per combattere il baronato all’interno degli atenei. I dati arrivano dal presidente Giambattista Scirè, 43 anni, siciliano, in lotta dal 2011 con l’ateneo di Catania, perché si è visto “scippare” – come dice lui – il posto da ricercatore e docente di storia contemporanea, da un’architetta. Una storia, la sua, simile a quella di tanti colleghi che stanchi di concorsi manovrati si sono uniti per denunciare un malcostume che a detta loro coinvolge le università di tutto il Paese. “Il problema fondamentale – spiega Scirè – è quello dei concorsi truccati. Spesso viene ritagliato il profilo del candidato e inoltre molte volte è predeterminato. Il rettore spesso rappresenta una clientela: la sua elezione ha meccanismi feudali. Il voto degli ordinari vale di più di quello dei ricercatori. La nostra associazione è nata nel 2017: all’inizio eravamo solo in sei, in pochi anni siamo moltiplicati. Dal mio appello fatto nel 2011 quando è emerso il mio caso, ho raccolto decine di denunce da colleghi che avevano subito un’ingiustizia come la mia”.

Per il caso del presidente di “Trasparenza e merito” il Tar e poi il Consiglio della Giustizia amministrativa (omologo del Consiglio di Stato in Sicilia) hanno riconosciuto che quel concorso era stato artefatto attraverso “una decisione illogica e irrazionale” e hanno imposto un risarcimento. Dopo sei anni e tre rettori, Scirè non ha ottenuto il posto che gli spettava, solo una sostituzione di quattro mesi. Il Tribunale di Catania ha condannato in primo grado i tre membri della commissione per abuso d’ufficio. L’ateneo, ha emanato il decreto che lo riconosce vincitore ma non si è costituito parte civile al processo. “Ora – spiega il presidente dell’associazione – sono pronto a rivolgermi alla Corte di Giustizia Europea”. Tra le denunce che arrivano a “Trasparenza e merito” ci sono quelle di chi è in grado di annunciare il nome del vincitore di un concorso e i nomi dei commissari d’esame sorteggiati. “Nella maggior parte dei casi – dice Scirè – si realizzano le previsioni fatte. Ci accusano di essere una minoranza ma in realtà molti colleghi non denunciano perché hanno paura”.

Tra coloro che hanno trovato il coraggio di alzare la voce c’è anche Matteo Alessandro Del Nobile che con un collega ha denunciato al Tribunale di Foggia il caso di due docenti che hanno partecipato a due procedure selettive restando componenti del consiglio d’amministrazione dell’Università pugliese. Un caso che proprio in questi giorni è tornato d’attualità perché il gip ha chiesto al pubblico ministero di formulare la richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di falso in atto pubblico mediante omissione. “Vogliamo riformare – spiega Del Nobile – il sistema universitario che, va detto, è profondamente mafioso e non è per nulla basato sulla meritocrazia. Speriamo che grazie a tutte le nostre denunce si possa muovere qualcosa. Serve coraggio: spesso chi si rivolge al Tar viene escluso dal cerchio magico”.

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