È stato arrestato in Spagna il narcotrafficante Giuseppe Romeo, trentacinquenne di San Luca, ricercato dal 2018 quando è sfuggito all’arresto nell’ambito dell’operazione “Europeanndrangheta Connection”. La latitanza di Romeo si è conclusa a Barcellona dove l’Equipo operativo della Guardia Civil spagnola lo ha scovato grazie alle indicazioni fornite dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dal Servizio centrale operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato.

Coordinati dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Giuseppe Lombardo e dai sostituti procuratori Simona Ferraiuolo e Alessandro Moffa, gli investigatori da alcuni giorni avevano elementi concreti che Romeo si trovasse nella penisola iberica. Inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi stilato dal ministero dell’Interno, il 13 novembre scorso Romeo è stato condannato in primo grado a 20 anni di carcere per partecipazione, con ruolo di rilievo, ad un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico internazionale, detenzione di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori ed auto-riciclaggio.

Soprannominato “u pacciu”, “maluferru” e “u nanu”, il latitante è fratello di Domenico Romeo detto “Mico Corleone” (anche lui condannato a 20 anni) e figlio di Antonio Romeo, alias “centocapelli”, detenuto a Parma e ritenuto contiguo all’omonima cosca conosciuta con il nome di “Stacchi” di San Luca. Colpito da due ordinanze di custodia cautelare in carcere e destinatario di un decreto di sequestro preventivo, secondo i pm, il latitante arrestato a Barcellona gestiva i traffici di cocaina in Europa. In sostanza, era il promotore e organizzatore dell’associazione. La Dda e il gup che lo ha condannato non hanno dubbi che Giuseppe Romeo fosse il finanziatore delle partite di cocaina acquistate dalla cosca “Pelle-Costadura-Romeo”.

Secondo le indagini, infatti, “Maluferru” era residente in Germania ma faceva la spola fra la Calabria, la Lombardia e l’Europa nord-occidentale al fine di stringere accordi con i fornitori di cocaina e con alcuni intermediari dimoranti in Belgio, Olanda e Germania. Ogni settimana Romeo era in grado di far arrivare 40 chili di cocaina dall’Olanda a Milano dove, nell’ambito del suo traffico, avrebbe gestito pure una squadra di marocchini.

Con la collaborazione di altri sodali calabresi, alcuni dei quali già condannati in primo grado a parecchi anni di reclusione, la cocaina arrivava in Italia trasportata all’interno di un camion. Grazie alla collaborazione del fratello Filippo, condannato in primo grado a 5 anni di carcere, Giuseppe Romeo riusciva a pagare la droga 31mila euro al chilo. Nello stesso processo “Pollino – European ‘Ndrangheta Connection”, Giuseppe Romeo è stato condannato anche per intestazione fittizia del bar-gelateria “Cafè La Piazza” di Bruggen, oggi sequestrato.

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