Le rivelazioni dell’intelligence americana sulle responsabilità del principe ereditario saudita, Mohammad bin Salman, nell’uccisione del giornalista dissidente Jamal Khashoggi finiscono in tribunale. Mentre negli Stati Uniti è polemica per la decisione dell’amministrazione guidata da Joe Biden di non inserire l’erede al trono nella lista delle personalità del regno colpite da sanzioni e in Italia si continua a chiedere trasparenza a Matteo Renzi sui suoi rapporti con i vertici della petromonarchia, Reporters sans frontières (Rsf) ha denunciato in Germania Mbs e altri responsabili sauditi per crimini contro l’umanità per la “persecuzione generalizzata e sistematica dei giornalisti in Arabia Saudita e più in particolare l’incarcerazione di 34 di loro e l’assassinio di Jamal Khashoggi”.

La denuncia è stata presentata il 1 marzo al procuratore generale della Corte federale di Karlsruhe “per una serie di crimini contro l’umanità commessi contro giornalisti in Arabia Saudita”, fra cui tortura, violenza, coercizione sessuale, sparizione forzata, privazione illegale di libertà fisica e persecuzione. La scelta di rivolgersi alla Corte tedesca deriva, spiegano da Rsf, dal fatto che “il sistema giudiziario tedesco è il più adatto a ricevere tale denuncia, visto che la legge gli conferisce competenza sui principali crimini internazionali commessi all’estero e i tribunali si sono già mostrati pronti e disposti a perseguire criminali internazionali”. Inoltre, sottolineano da Rsf, la Germania ha regolarmente chiesto di fare giustizia per i casi di Jamal Khashoggi e Raif Badawi e ha “mostrato il suo impegno a difendere la libertà di stampa e la protezione dei giornalisti nel mondo”.

Il documento presentato alla Corte identifica cinque persone, cioè Mohammed bin Salman, il suo vicino consigliere Saoud al-Qahtani, l’ex vicedirettore dell’intelligence, Ahmed Mohammad Assiri, il console generale a Istanbul al momento dell’omicidio, Mohammed Al-Otaibi, e il funzionario dell’intelligence, Maher Abdulaziz Mutreb, come responsabili “a livello organizzativo o esecutivo dell’omicidio di Jamal Khashoggi, come pure per il loro coinvolgimento nello sviluppo di una politica di Stato mirata ad attaccare i giornalisti e a ridurli al silenzio”. Precisamente, secondo Rsf, bin Salman è “sospettato di avere direttamente ordinato l’omicidio” di Khashoggi, il suo stretto consigliere Saoud al-Qahtani “ha pienamente partecipato all’organizzazione e all’esecuzione dell’omicidio”, Ahmed Mohammad Assiri “ha supervisionato l’operazione” e Maher Abdulaziz Mutreb “era alla guida della squadra che ha torturato e ucciso Jamal Khashoggi, facendo sparire il suo corpo”.

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