Primo decreto Covid del governo Draghi e prima stretta, con lo stop agli spostamenti in zona rossa verso abitazioni private. Il Consiglio dei ministri riunito questa mattina ha prorogato le misure anti-pandemia, aumentando le restrizioni previste nelle aree a più alto rischio. Una stretta “indispensabile”, l’aveva definita ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, ricordando l’allarme lanciato dall’Istituto superiore di sanità sulle varianti del Covid e sulla necessità di rafforzare le misure. Scontata quindi anche la riconferma delle altre restrizioni, come il blocco degli spostamenti: fino al 27 marzo, cioè per trenta giorni, resta quindi il divieto di muoversi tra le Regioni indipendentemente dalla classificazione di colore.

La novità è quindi lo stop agli spostamenti in zona rossa: fino ad oggi era possibile muoversi verso un’altra abitazione, tra le 5 e le 22 per non violare il coprifuoco, in massimo due persone, con i figli minori di 14 anni. La misura era stata introdotto durante le festività natalizie e poi confermata dal governo Conte per consentire le visite a parenti e amici. La possibilità rimane al momento ancora in vigore per chi si trova nelle zone gialle e arancioni.

Questo nuovo decreto Covid è solo l’antipasto di una settimana fitta di trattative: inevitabilmente, è la pandemia il primo dossier che Mario Draghi deve affrontare. Le Regioni chiedono regole più semplici per determinare le restrizioni sul territorio e puntano ad allargare la cabina di regia ai ministeri economici; i sindaci rilanciano la riapertura dei ristoranti la sera e vogliono essere coinvolti nella campagna di vaccinazione. Inoltre, il ministro della Cultura Dario Franceschini ha chiesto un’accelerazione verso la riapertura di cinema e teatri. La scadenza è fissata al 5 marzo, data in cui scade il dpcm che regola, tra le altre cose, l’attuale suddivisione dell’Italia in 4 aree di rischio. È lì che si vedrà l’eventuale cambio di rotta del premier, mentre per ora il primo provvedimento non ha fatto altro che confermare – o inasprire, nel caso delle zone rosse – le regole già in vigore.

La nomina – Il Consiglio dei ministri di oggi ha anche nominato il generale Pietro Serino nuovo capo di stato maggiore dell’Esercito. Serino fino ad oggi ricopriva il ruolo di capo di Gabinetto del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. “Le mie più sincere congratulazioni. Complimenti per il prestigioso incarico”, ha commentato il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo (M5s), rivolgendo “un sentito e sincero ringraziamento al Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina per il grande lavoro svolto durante tutta la sua carriera al servizio della Forza armata, della Difesa e delle istituzioni”. Maria Tripodi, capogruppo di Fi in commissione Difesa a Montecitorio, definisce Serino “uomo di grande capacità, esperienza e dedizione”. Anche da parte sua il “sentito ringraziamento” al generale Farina.

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