“L’Italia non è in ritardo con le vaccinazioni ma perfettamente in linea con il resto d’Europa”. Se in apparenza, secondo il racconto di alcuni giornali e tv, la campagna di vaccinazione sarebbe al palo, l’immunologa dell’università di Padova, Antonella Viola, smentisce su Twitter questa narrazione e ricorda un aspetto cruciale: “Tutta l’Europa è in ritardo perché non produce vaccini e dipende dagli altri paesi. La produzione, specialmente in uno momento così strategico, è importantissima e noi lo abbiamo dimenticato”. In altre parole, se l’Ue non ha a disposizione abbastanza fiale, l’Italia con quelle che riceve non può fare più di così.

I giornali descrivono da giorni quello che sarebbe urgente un intervento del neo-premier Mario Draghi per accelerare sulla vaccinazione: si citano obiettivi e si parla genericamente dell’utilizzo di caserme, hangar e parcheggi per continuare le somministrazioni. Tutte strategie da implementare nel momento in cui arriveranno più dosi, si spera il prima possibile, ma al momento inutili perché l’Italia sta già utilizzando quel che ha a disposizione, come ha spiegato anche Viola.

I numeri italiani – Sono i dati a sostenere la sua tesi: oggi in Italia ci sono 1.317.230 persone vaccinate anche con la seconda dose, 664.253 in attesa di ricevere il richiamo. Le somministrazioni totali sono state quindi 3.298.713, utilizzando l’80.9% delle dosi attualmente ricevute dal nostro Paese. Dopo i ritardi nelle consegne, infatti, le Regioni ora stanno tenendo una scorta di vaccini per evitare di rimanere senza dosi per i richiami nel caso di nuovi imprevisti. In compenso, ed è il dato più importante, il ritmo di iniezioni effettuate ogni giorno è in crescita: dalle 60mila dosi somministrate lunedì si è arrivati giovedì a superare quota 82mila, ritornando sui livello che l’Italia aveva già toccato prima che – come detto – le case farmaceutiche annunciassero le carenze nella produzione.

Il confronto – Grazie a questi numeri, il 12% degli ultranovantennni ha ricevuto almeno la prima dose, a cui si aggiungono 286mila persone tra gli 80 e gli 89 anni. Anche il confronto con il resto dell’Unione europea conferma quanto evidenziato dall’immunologa Viola: l’Italia, secondo Our World in Data, ha somministrato 5,31 dosi di vaccino ogni 100 abitanti. La Spagna fa leggermente meglio con 5,75 dosi, sono dietro invece Germania e Francia rispettivamente a 5,28 e 4,68. A livello Ue, nella classifica in rapporto alla popolazione, davanti all’Italia ci sono solo Madrid e la Danimarca, che però è molto più piccola. Guardando ai valori assoluti, invece, prima c’è la Germania con 4.42 milioni di dosi somministrate. L’Italia è seconda, con 3.21 milioni, davanti alla Francia che si ferma a 3.17 milioni e alla Spagna che conta 2.69 milioni di vaccini iniettati.

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