Una vera e propria svolta nelle indagini dopo quasi sette anni dalla scomparsa dei due badanti campani a Siracusa. Dopo che la procura di Catania ha avocato a sé l’inchiesta lo scorso 20 ottobre, ieri sono stati ritrovati i resti di due corpi umani, avvolti in un tessuto, interrati in una sorta di aiuola nel terreno della villa di Giampiero Riccioli. L’uomo, che è sempre stato l’unico indagato, è stato posto sotto fermo ieri notte. Dopo avere seguito i nuovi scavi, da un certo momento in poi si è allontanato, nascondendosi: i poliziotti lo hanno ritrovato in una casa lontana da Siracusa.

Sembra arrivato finalmente a conclusione quello che era un vero e proprio giallo. Due uomini finiti nel nulla il 12 maggio del 2014. Due richieste di archiviazione, due opposizioni dei legali della famiglia dei due campani, entrambe accolte dai gip, indagini prorogate nella speranza che qualcosa venisse fuori. E adesso l’ultimo capitolo, da confermare con l’autopsia del medico legale Giuseppe Ragazzi che nei prossimi giorni dovrà certificare se i resti appartengono ai due badanti. Pochi dubbi però avrebbero al riguardo gli inquirenti: sono tanti i tasselli che si sono accumulati negli anni, creando un quadro probatorio adesso più sostanzioso, secondo l’accusa, a carico di Riccioli. Tutto ha inizio quando i due campani, Alessando Sabatino, 40 anni e Luigi Cerreto, 23 anni, entrambi di Caserta, decidono di trasferirsi in Sicilia e prendono servizio per il padre di Riccioli. L’anziano ultraottantenne, però, secondo i due viene malnutrito e maltrattato dal figlio. Ne nasce un contenzioso civile che porterà l’anziano, per disposizione del giudice, ad essere trasferito in una casa di cura.

Ed è a questo punto che secondo gli inquirenti sarebbe scattata l’ira dell’indagato, che non avrebbe più così usufruito della pensione del padre. L’anziano viene trasferito, poco dopo i due uomini scompaiono. Uno dei due sente la famiglia quotidianamente, ma solo dopo sei mesi verrà sporta denuncia e verranno avviate le indagini. Immediatamente gli agenti della Mobile accertano contraddizioni tra la versione di Riccioli data agli investigatori e quella riferita dal fratello e dalla ex moglie. E non trovano riscontri alla versione dell’indagato: aveva riferito che i due erano andati via in taxi ma nessun taxi arrivò quel giorno in contrada Tivoli, una zona di villette fuori dal centro di Siracusa. I sospetti ricadono, quindi, subito su di lui.

Vengono fatte due perquisizioni, scavi in più punti per setacciare i circa 2000 metri quadrati di terreno della villa ma non emerge nessuna evidenza. Nonostante i sospetti, dunque, non ci sono prove a sufficienza per sostenere un dibattimento. Per questo la procura di Siracusa chiede l’archiviazione una prima volta. Archiviazione alla quale si oppone il legale dei familiari dei due scomparsi, il gip è d’accordo e dispone nuove indagini. Ma ancora una volta, non emerge nulla di nuovo, fino a una nuova richiesta di archiviazione, ancora una volta opposta e all’avocazione dell’indagine da parte della procura di Catania. Da ottobre riprendono le ricerche, stavolta c’è più sinergia tra i vari esperti. Così che in un terrapieno ecco venire finalmente alla luce i due involucri con i resti di corpi umani. Bisognerà adesso attendere la conferma del medico legale. Intanto Riccioli è accusato di duplice omicidio e di occultamento di cadavere.

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