Hanno tre parlamentari, ma seguiranno strade diverse: la proverbiale scissione dell’atomo. Le facili battute sulla spaccatura interna a Sinistra italiana si sprecano. E invece testimoniano i contrastanti sentimenti provocati dal governo di Mario Draghi. Dopo la presentazione della squadra dei ministri, Nicola Fratoianni ha convocato online l’assemblea del partito proponendo di non votare la fiducia perché “ci aspettavamo di meglio di un ‘governo dei migliori’ con così tanta destra, con la sinistra stretta ai margini seppur rappresentata da persone che stimiamo”. Il riferimento, ovviamente, è per Roberto Speranza, ministro della Salute in quota Leu, cioè il cartello di liste progressiste che radunava anche Sinistra italiana nel 2018. Speranza, però, è un esponente di Mdp-Articolo 1 e non di Sinistra italiana.

Che sulla proposta di Fratoianni ha votato. Risultato: in 122 hanno chiesto ai parlamentare di votare contro la fiducia al governo Draghi. Solo 16 i contrari e 4 astenuti. “L’assemblea nazionale di Sinistra Italiana approva la relazione e le conclusioni del segretario. Su questa base propone ai propri parlamentari di votare contro la fiducia al governo Draghi. Nello stesso tempo ribadisce il proprio impegno per costruire l’alleanza con PD e Movimento 5 stelle e con le forze della sinistra, dell’ambientalismo e del civismo, per le prossime elezioni politiche e a partire dalle prossime elezioni amministrative”, si legge nel dispositivo approvato.

Problema: Sinistra italiana ha, al momento, solo tre parlamentari. Oltre a Fratoianni, c’è Erasmo Palazzotto alla Camera e Loredana De Petris al Senato. E gli ultimi due si smarcano dalla proposta del primo. Quella di non votare la fiducia al governo Draghi “è una scelta che rispettiamo ma che riteniamo sbagliata e controproducente per la sinistra e per le fasce sociali messe più a rischio dalla crisi”. Non è che per Palazzo e De Petris il governo Draghi sia il migliore del mondo, anzi. “Vediamo tutte le contraddizioni e i problemi che una maggioranza di questo tipo porta con se, ma sappiamo che in un momento difficile come questo serve assumersi la responsabilità di dare risposte al Paese difendendo quanto era stato fatto fino a qui dal Governo Conte, a partire dalle scelte fatte sulla sanità anche grazie alla continuità di Roberto Speranza alla guida del Ministero della Salute”.

Il deputato e la senatrice, tra l’altro, spigano che votare – almeno per adesso – la fiducia al governo Draghi serve anche a “rinsaldare l’asse strategico costituito dall’alleanza tra Pd, M5S e LeU, che hanno sostenuto con lealtà e sino all’ultimo l’esperienza positiva del governo Conte-bis, anche a partire dalle prossime elezioni amministrative. Quella coalizione va ora ribadita e perseguita con determinazione, come ci ha indicato con chiarezza Giuseppe Conte con la proposta di un’Alleanza per lo sviluppo Sostenibile“. E dunque dei tre parlamentari di Sinistra italiana due voteranno la fiducia al governo Draghi, uno no.

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