Soltanto ieri un senzatetto è morto per ipotermia a Torino. Lo stesso è successo a Milano il 3 febbraio, vicino alla stazione di Porta Garibaldi. E, da novembre a oggi, anche a Roma, Genova, Sassari, Firenze. Un’emergenza alla quale i comuni italiani tentano di rispondere ogni anno con i Piani anti-freddo, che prevedono interventi sul territorio, un aumento dei posti letto disponibili e numeri di telefono a cui è possibile chiamare per segnalare chi è in stato di necessità. Il ruolo dei cittadini sarà decisivo proprio in questi giorni, in cui è prevista un’ondata di gelo in gran parte del Paese. Anche perché, come racconta un volontario della Comunità di Sant’Egidio, quest’anno “c’è stato un aumento dei senza fissa dimora, perché la pandemia ha indebolito le persone che erano già in difficoltà. Per raccontare l’emergenza con un dato riporto il fatto che l’anno scorso a Roma i nostri centri di distribuzione alimentare erano 3, con la pandemia sono diventati 28. Questo vuol dire solo una cosa: che la gente ha fame” ed è in situazioni di fragilità.

I numeri da chiamare nelle principali città – Cosa fare per aiutare chi vive per strada? Innanzitutto chiamare i numeri telefonici per l’emergenza freddo. Questi sono i principali: Roma (800440022); Milano (02 884.47646); Napoli Centrale Operativa Sociale (081 5627027); Bologna Centrale Operativa (051 266626); Firenze Pronto Intervento (055 3283333), Venezia (800589266), Genova Centrale Operativa (010 5485990), Bari Pronto intervento sociale (800.093470). In generale tutti i siti web dei Comuni italiani riportano gli indirizzi dei servizi offerti per i senza fissa dimora o le liste dei numeri da contattare per segnalare delle situazioni di emergenza, mettendo (a volte) a disposizione anche un numero unico per fare delle segnalazioni.

Le associazioni, da Sant’Egidio alla Caritas – Ci sono poi le associazioni no profit, che si affiancano ai comuni per affrontare l’emergenza freddo. Come la Comunità di Sant’Egidio, che mette a disposizione sul suo sito una mappa nazionale, dove si può inserire l’indirizzo “vicino a te” e vedere i centri di raccolta e i numeri da chiamare per segnalare dei casi. A livello nazionale il numero è 06/4292929. Sempre sul sito della Comunità è stata pubblicata anche una lista di tutti i centri sparsi per l’Italia gestiti da Sant’Egidio, dove è possibile portare coperte, cibo, vestiti o offrirsi come volontari. Infine, come ricorda in un comunicato l’associazione, un altro aiuto fondamentale è rappresentato dalle donazioni dei privati. Per quanto riguarda Progetto Arca, onlus che si occupa di aiutare le persone in difficoltà, per avere informazioni è possibile chiamare il numero 02.66.715.266 o scrivere all’email info@progettoarca.org. E ancora, molto attiva per quanto riguarda l’aiuto alle persone per strada è l’associazione no profit City Angels, raggiungibile al numero 02/26809435 o all’email cityangels@cityangels.it. La no profit Adra, con sede a Roma, mette a disposizione il numero 06/3210757 e sul suo sito una lista di tutti i centri disponibili per i senza fissa dimora. Così come Caritas Italiana che ha pubblicato una mappa dov’è possibile individuare i centri di accoglienza più vicini. Per avere una panoramica completa di tutte le associazioni che in Italia operano in questo settore, c’è la lista stilata sul sito Italia non profit – Persone senza dimora.

I numeri – A livello nazionale il 54esimo rapporto del Censis 2020 dice che sono 5 milioni le persone che in Italia vivono in povertà assoluta e che quindi faticano quotidianamente a fare dei pasti regolari. Un numero aumentato proprio per effetto della pandemia. Mentre a livello di nuclei familiari, si parla di 1 milione e 700mila famiglie. Una dato di cui anche gli italiani hanno percezione. Sempre secondo il Censis infatti “il 90,2% dei cittadini è convinto che l’emergenza coronavirus e il lockdown abbiano danneggiato maggiormente le persone più vulnerabili, ampliando le disuguaglianze sociali già esistenti”. Situazioni di fragilità che si complicano ulteriormente con l’arrivo del gelo. “Da marzo fino a fine ottobre in Italia abbiamo consegnato 150mila pacchi alimentari“, racconta Sant’Egidio, “due volte e mezzo in più l’anno precedente. Con una media di 19mila pacchi al mese: prima della pandemia infatti ne consegnavamo mensilmente 7.50o”.

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