“Se si aspetta l’ultima messa a punto per partire, in Italia non si parte mai“. Il 1° febbraio il direttore generale dell’Agenzia delle dogane, Marcello Minenna, ha commentato così le polemiche sulla decisione del governo di avviare la lotteria degli scontrini , dopo quattro anni di rinvii, nonostante molti negozianti non fossero pronti. A dieci giorni di distanza la situazione è cambiata poco. Come chiunque ha potuto verificare facendo acquisti negli ultimi giorni, però, moltissimi esercizi non hanno ancora aggiornato il registratore di cassa elettronico con il software necessario per consentire la partecipazione. Un’operazione che i “piccoli”, già alle prese con le chiusure a singhiozzo causa Covid, hanno rinviato il più possibile perché ha un costo aggiuntivo che può arrivare fino a 300 euro tra installazione del programma e scanner per la lettura del codice. Così la lotteria è partita a pieno ritmo solo nella grande distribuzione organizzata, che si era attrezzata già lo scorso autunno.

Le Entrate e l’Agenzia delle Dogane, che si occuperà delle estrazioni e gestisce il portale www.lotteriadegliscontrini.it su cui si può generare il codice lotteria, non hanno ancora diffuso dati sulla partecipazione alla riffa e sugli esercenti abilitati. Secondo Comufficio, che riunisce i produttori delle “casse 2.0”, la situazione sta lentamente migliorando rispetto all’inizio di dicembre, quando metà delle macchine non era ancora stata adeguata. A partire dal giorno di avvio i laboratori sono stati tempestati di telefonate: “I negozianti vogliono fare ora quello che non hanno fatto nei mesi scorsi, ma ogni laboratorio può occuparsi di 4-5 installazioni al giorno e nonostante stiano lavorando ventre a terra ci vuole del tempo”, spiega il direttore generale Fabrizio Venturini. “Abbiamo saputo che all’altroieri gli scontrini con partecipazione alla lotteria erano in totale 3,6 milioni“, pochissimi se si pensa che i registratori telematici installati in tutta Italia sono 1,4 milioni circa. “I piccoli esercizi si adeguino”, consiglia Venturini, “è nel loro interesse per evitare che l’acquirente si rivolga solo alla gdo che è già attrezzata”. Per non parlare nel fatto che anche loro partecipano alle estrazioni: quella annuale vale per i negozianti 1 milione di euro, quelle mensili 20mila, le settimanali 15mila.

Vincenzo De Luca, responsabile settore fisco di Confcommercio, chiarisce che i ritardi hanno anche un’altra spiegazione: “L’installazione dei nuovi software è partita solo a ottobre e, tra restrizioni e chiusure natalizie, di tempo ce n’è stato poco. Se si aggiunge che i laboratori che fanno questa operazione sono solo 6mila, è chiaro che non c’è stato modo per adeguare tutte le macchine. A fine dicembre gli esercenti pronti erano 700mila su 1,4 milioni: nel frattempo possono essere stati fatti circa 100mila aggiornamenti, quindi resta un’ampia platea che non è in grado di consentire al cliente di partecipare”. Un problema anche per l’esercente, spiega De Luca, che da tempo però chiede a Entrate e Tesoro – per ora senza riscontro – di andare incontro ai “piccoli” concedendo un credito di imposta analogo a quello che era stato offerto per l’acquisto del registratore di cassa telematico.

Per dare tempo anche ai ritardatari, Entrate e Dogane hanno comunque stabilito che i consumatori potranno segnalare chi rifiuta di acquisire il codice solo dal 1° marzo. Le segnalazioni, da inserire nella sezione dedicata del portale Lotteria, verranno utilizzate dall’Agenzia delle entrate e dalla Guardia di finanza nell’ambito delle attività di analisi del rischio di evasione. Vale a dire che il negozio che non consente di partecipare verrà messo in lista per futuri controlli.

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