Il 2021 è iniziato nel peggiore dei modi per il Portogallo. Nel mese di gennaio ha registrato quasi la metà dei morti per covid dall’inizio della pandemia, 5.576, il 44,7% del totale, e degli infetti, 306.838, il 42,6%. Nel mirino è finito il governo, per avere allentato le restrizioni durante il periodo natalizio mentre tutta Europa – Italia compresa – aveva scelto di limitare riunioni famigliari, esercizi commerciali e spostamenti. Una decisione che potrebbe aver radicalmente velocizzato la diffusione della tanto temuta variante inglese dai centri urbani alle periferie. La nuova variante ha messo in ginocchio il sistema sanitario nazionale, penalizzato dalla cronica assenza di medici e infermieri.

La polemica politica – Durante la prima ondata, il Portogallo è riuscito a contenere l’espansione del contagio mettendo l’intero territorio in lockdown quando si contavano solo 245 casi di covid. La gestione ha sorpreso molti, specialmente se si considera l’esplosione dei casi in Spagna, uno dei paesi più colpiti dalla pandemia. La situazione è cambiata con la seconda ondata ed è peggiorata dopo le vacanze natalizie.

La mancanza di restrizioni adeguate durante le feste sarebbe il motivo principale della rapida diffusione del ceppo inglese, come riconosciuto dall’agenzia del ministero della Salute. Il governo ha infatti scelto di consentire tutti gli spostamenti tra comuni e di mantenere aperti ristoranti e bar. Come la Spagna, che ha stabilito un record di oltre 93mila casi nel penultimo weekend di gennaio, anche il Portogallo ha sofferto le conseguenze della poche misure adottate, mentre l’Italia, che ha scelto la strategia opposta, è riuscita a contenere la nuova ondata, almeno per il momento.

Il nuovo lockdown – La media dei contagi negli ultimi 14 giorni è la più alta d’Europa: 1430 positivi per 100mila abitanti, secondo i dati del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie. Il governo portoghese si è visto obbligato a imporre progressivamente sempre più sanzioni: da metà gennaio è in vigore un lockdown simile a quello di marzo e aprile scorsi che permette solo la celebrazione di cerimonie religiose. In un primo momento, erano state risparmiate anche le scuole, ma su richiesta degli epidemiologi gli alunni sono tornati alla didattica a distanza.

L’esecutivo socialista del primo ministro António Costa ha promesso di facilitare le assenze giustificate dei genitori dal lavoro e ha imposto lo smartworking obbligatorio in tutte le aziende, minacciando multe a chi non rispetta la decisione. Al rinnovo dello stato d’emergenza fino a marzo è seguito il divieto per i cittadini portoghesi di uscire dal paese per almeno due settimane, con le consuete esenzioni per motivi di necessità. Sono stati ristabiliti i controlli al confine con la Spagna e chi arriva dall’estero deve presentare un tampone negativo e sottoporsi all’isolamento domiciliare.

Le nuove misure non hanno comunque impedito il normale svolgimento delle elezioni per il presidente della Repubblica, che si sono svolte lo scorso 24 gennaio. Il conservatore Marcelo Rebelo de Sousa è stato riconfermato con il 60% delle preferenze a fronte di un’astensione che raggiunge la stessa percentuale. Poco prima della rielezione, aveva ammesso il fallimento nella strategia di prevenzione anticovid.

Le terapie intensive – Non c’erano mai stati così tanti ricoverati negli ospedali portoghesi. Nonostante negli ultimi giorni la pressione sia leggermente diminuita, attualmente 6.775 persone occupano i posti letto, 852 nelle terapie intensive. La situazione è particolarmente drammatica nella regione di Lisbona, dove il 50% dei contagiati ha contratto la variante inglese. Alcune immagini hanno mostrato file di ambulanze in attesa di letti disponibili. Oltre agli ospedali da campo, venerdì scorso tre persone sono state trasportate in elicottero dalla capitale all’arcipelago di Madeira, a 960 chilometri di distanza.

Le difficoltà del sistema sanitario evidenziano alcuni problemi strutturali dell’intera rete ospedaliera. Il Portogallo può contare con 850 posti in terapia intensiva assegnati ai casi di covid e 420 per pazienti con altre patologie. Di fronte all’aumento esponenziale dei contagi, il governo ha preso in considerazione la possibilità di trasferire gli infetti in strutture estere e di assumere personale in pensione o emigrato in altri paesi, specialmente nel Regno Unito, dove molti portoghesi si recano alla ricerca di un salario più competitivo. Germania e Austria hanno risposto alla richiesta di aiuto e invieranno un squadra di 26 medici e infermieri e 50 respiratori artificiali entro questo mercoledì.

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