“Il nuovo Piano Educativo Individualizzato (PEI) cosi com’è stato approvato non migliora le condizioni degli alunni con disabilità. Per la prima volta nella storia dell’inclusione scolastica si potranno esonerare gli studenti disabili dall’insegnamento di alcune discipline”. A denunciarlo a ilfattoquotidiano.it è la presidente del Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno (CIIS). “Troppe criticità nel testo, la voce delle famiglie e delle associazioni è rimasta inascoltata” affermano diverse organizzazioni che difendono i diritti delle persone non autosufficienti. “Siamo pronti alla mobilitazione” è la voce che circola in questi giorni tra le associazioni. Secondo il presidente dell’Anffas “ci aspettavamo qualcosa di meglio ma è un passo importante. Chiediamo che venga convocato presto l’Osservatorio sull’inclusione scolastica per chiarire diversi aspetti e apportare urgenti migliorie ai punti più controversi”. Per MiSos che riunisce i docenti specializzati sul sostegno il nuovo PEI “deve essere migliorato dando maggiore voce in capitolo alle famiglie e finalmente dando stabilità agli oltre 70mila docenti specializzati sul sostegno precari da anni”.

Il 29 dicembre dello scorso anno sono state approvate le nuove misure sull’inclusione scolastica e sostegno degli alunni con disabilità frequentanti le scuole di ogni ordine e grado, un modello unico nazionale che riguarda 268.671 studenti disabili (dati Istat riferiti al 2020), il 3,5% degli iscritti totali. Con il decreto interministeriale 29 dicembre 2020 n. 182 sono definite le nuove modalità per l’assegnazione delle misure di sostegno, previste dal decreto legislativo 66/2017, in particolare i modelli di Pei. Si tratta di un decreto atteso dalle famiglie e non solo, previsto da almeno un anno. Il provvedimento stato trasmesso il 13 gennaio dal Miur alle scuole e dovrà essere adottato per il prossimo anno scolastico 2021-2022.

Contattate da Ilfattoquotidiano.it le associazioni che difendono i diritti delle persone disabili valutano le misure “non convincenti” e evidenziano “molte ombre e criticità”. Per le organizzazioni dei docenti specializzati sul sostegno si tratta di un “passo indietro” e “fatto gravissimo. Secondo il capo del dipartimento per l’Istruzione Max Bruschi invece, “questo provvedimento si inserisce in una serie di misure che abbiamo cercato di coordinare che assumono l’inclusione scolastica come centrale”. E “non è vero” che il decreto “presuppone un taglio nei posti di sostegno”.

Anffas: “Nuovo Pei? Ci aspettavamo qualcosa di meglio” – Doveva rappresentare la grande svolta positiva tanto attesa dalle famiglie con studenti disabili per vedere finalmente realizzato il diritto allo studio per tutti, con una effettiva inclusione di qualità, con personale docente formato e specializzato, rispettando le esigenze e peculiarità anche di tutti gli alunni con gravi disabilità, invece “ci sono diversi elementi ancora da migliorare come il ruolo da potenziare della compartecipazione delle famiglie al percorso di valutazione del Pei” dichiara Roberto Speziale, presidente di Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale (Anffas). Inoltre nel decreto ci sono le tabelle di valutazione “che imbrigliano la quantificazione dei sostegni in un superato concetto che fa ancora riferimento alle menomazioni possedute e non alla necessità della quantità, qualità ed intensità di sostegni ad ognuno necessari per essere posto in condizioni di pari opportunità con gli altri e per poter esprimere nella massima misura possibile le potenzialità possedute”. Altro aspetto assai critico rimane, secondo Speziale, “il fatto che il ministero con un autentico gioco “delle tre carte” rischia di svuotare, sotto il profilo della concreta esigibilità i sistemi non didattici di compresenza degli enti locali, che in base a quanto si è previsto in questo decreto potranno non tenere conto e garantire quanto verrà invece indicato nel Pei”. Il presidente di Anffas, allo stesso tempo, riconosce che il decreto firmato congiuntamente dal ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, comunque “rappresenta un passo importante verso il completamento dei vari atti che la riforma cosiddetta della “Buona scuola” ha previsto. Finalmente – continua – si dispone di modelli ufficiali ed omogenei per progettare un percorso all’interno di un nuovo concetto di corresponsabilità di risultato di tutta la comunità educante, per far sì che si possa realizzare quella tanto attesa inclusione degli alunni disabili che fino ad oggi ha fatto registrare poche luci e diverse ombre”. Speziale esprime un “giudizio complessivo improntato alla cautela auspicando che al più presto venga convocato l’Osservatorio sull’inclusione scolastica per poter meglio chiarire gli aspetti più controversi ed avere certezza che il previsto accompagnamento del nuovo sistema attraverso un importante piano formativo ed informativo venga avviato in tempi più rapidi possibili”.

Insegnanti di sostegno: “Si potrà esonerare gli alunni con disabilità” – Ancora più dure sono le organizzazioni dei docenti specializzati sul sostegno che giudicano il nuovo Pei approvato un “grave passo indietro perché per la prima volta nella storia dell’inclusione scolastica, vi è indicato la possibilità di esonerare gli alunni disabili, il che comporterà un allontanamento dai loro compagni e da alcuni insegnanti, che non saranno più i loro docenti. Questo c’è scritto nell’articolo 10, comma 2, lettera d”. A denunciarlo è Evelina Chiocca, presidente del Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno (CIIS). Chiocca si domanda “Ma chi ha introdotto l’esonero ha pensato, per un attimo, agli alunni per i quali l’esonero potrebbe essere adottato per tutte o quasi tutte le discipline? E che in questo caso l’alunno resterebbe per tutto il tempo-scuola affidato al solo docente specializzato per il sostegno?”. La preoccupazione maggiore è quella di veder messo nero su bianco la possibilità di esonerare determinati alunni e i timori per cosa potrebbe accadere dal prossimo anno sono forti. “L’esonero anticipa, attraverso la ‘microespulsione’, oggi limitata ad alcuni, la ‘macroespulsione’ degli alunni disabili dal percorso comune, che saranno, molto probabilmente, relegati in contesti chiusi, insieme ai soli docenti di sostegno” afferma la numero uno del CIIS. “Nel dibattito sfugge la questione pedagogica. Ma a farne le spese di queste infauste decisioni saranno non solo gli alunni disabili ma anche i compagni di classe, privati dell’opportunità della condivisione educativa e formativa: un danno irreparabile dell’intero sistema sociale di un Paese civile”. Il CIIS ha lanciato un “appello alla società civile e a tutte le forze politiche affinché si intervenga, al più presto, per restituire all’Italia quel ruolo primario che lo ha vista, fino a ieri, in prima linea in difesa dei diritti delle persone, a prescindere dalle specifiche condizioni dei singoli, impegnato a rimuovere tutti quegli ostacoli che limitano e impediscono la realizzazione della persona, nel riconoscimento del principio di uguaglianza”.

MiSos: “Non stabilizzate le 70mila cattedre in deroga sul sostegno” – Contattato dal Fatto.it il presidente del Movimento insegnanti di sostegno specializzati (MiSos), Ernesto Ciracì, vede poche cose buone nel decreto: “Ritengo positivo l’introduzione dell’approccio bio-psico sociale dell’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute che fa parte della più ampia famiglia delle Classificazioni Internazionali dell’OMS, ndr) che nell’ambito scolastico ci permette, indagando gli aspetti funzionali dell’alunno con disabilità, di andare incontro in modo più preciso e coerente ai bisogni valorizzando soprattutto le capacità, abilità, che caratterizzano ciascun studente”. Secondo il presidente di MiSos, tuttavia, diverse sono le criticità che emergono e riguardano in primis: il cambiamento dell’assegnazione e quantificazione delle ore di sostegno. “E’ molto preoccupante ciò – afferma – perché già attualmente siamo di fronte a migliaia di ricorsi per vie giudiziarie da parte dei genitori degli alunni per richiedere a vario titolo l’implementazione delle ore di sostegno che purtroppo vengono concesse sempre a ribasso per meri motivi economici”. Tutto ciò provoca l’annoso fenomeno delle cattedre in deroga. “Non vorremmo che con il nuovo automatismo di assegnazioni delle ore sul sostegno fossimo di fronte ad ulteriori razionalizzazioni delle risorse per mere ragioni di bilancio”. Ciracì rileva anche “come manchino le linee guida del Ministero della Sanità per la progettazione del Profilo di funzionamento propedeutico alla realizzazione del Pei in ICF, pertanto sarà necessaria un’omologazione nell’utilizzo dell’ ICF tra Asl e scuole”. Ulteriori timori vengono evidenziati dal momento che “nelle linee guida – aggiunge – si sottolinea l’importanza dell’osservazione sistematica come presupposto imprescindibile per conoscere le potenzialità, bisogni degli alunni disabili, e visto che l’osservazione sistematica viene eseguita sin dal primo giorno di scuola, per almeno due-tre mesi ci chiediamo come si potrà realizzare questo importante presupposto pedagogico se non vengono nominati in tempo utile i supplenti. Basti pensare come solo quest’anno le ultime nomine sul sostegno sono avvenute addirittura ad inizio dicembre”. In conclusione il presidente di MiSos osserva che “se non vengono trasformate tutte le 70mila cattedre in deroga, con la conseguente stabilizzazione dei docenti specializzati sul sostegno, ci ritroveremo sempre quell’infinita Tela di Penelope che fa solo male ai nostri studenti”.

Il capo dipartimento per l’istruzione Bruschi: “Nessun taglio dei posti al sostegno, inclusione è centrale” – “Qualcuno ha detto che questo decreto presuppone un taglio nei posti di sostegno: ciò non è assolutamente vero. Anzi, questo provvedimento si inserisce in una serie di misure che abbiamo cercato di coordinare che assumono l’inclusione scolastica come centrale”, ha dichiarato invece il Capo del Dipartimento per l’Istruzione Max Bruschi nel corso della presentazione, in diretta sul sito del Ministero, del nuovo decreto sull’inclusione e dei nuovi modelli di Piano Educativo Individualizzato. “A partire dal prossimo anno e nel successivo triennio – ha proseguito Bruschi, ricordando l’ultima legge di bilancio – avremo 25 mila insegnanti di sostegno stabili in più. Abbiamo poi 10 milioni di euro per l’anno 2021 per realizzare l’inclusione scolastica che significa presa in carico dello studente con disabilità da parte dell’intera comunità educante. Queste risorse serviranno alla formazione degli insegnanti curriculari, non genericamente sul sostegno, ma sui casi concreti che si troveranno mano a mano ad affrontare nella realtà delle scuole”. Secondo le classifiche europee, ha ricordato il capo del Dipartimento, “siamo il Paese che ha la migliore legislazione sull’inclusione”. Ci sono molte realtà scolastiche splendide dove l’inclusione è una buona pratica, ha proseguito, ed “è attraverso il coinvolgimento di queste scuole che vorremmo migliorare non soltanto i dati quantitativi, ma soprattutto gli elementi e i dati qualitativi dell’inclusione: una migliore inclusione degli alunni con disabilità significa una migliore inclusione per l’intero gruppo classe e una migliore performance per l’istituzione scolastica, che significa una migliore istruzione per tutti”.

Articolo Precedente

In Val d’Aosta tampone obbligatorio per gli insegnanti in caso di un focolaio in classe

next
Articolo Successivo

Da settembre l’Italia non ha disposto chiusure totali delle scuole, a differenza di Germania e Regno Unito. I dati dell’Unesco

next