Pochi macchinisti, da una parte, e troppi piloti d’aereo perennemente inattivi dall’altra? La soluzione potrebbe essere quella di spostare il personale dall’aereo ai locomotori. I sindacati e piloti sono favorevoli. Non è uno scherzo è quanto sta succedendo in Svizzera, come riporta qualche giorno fa l’agenzia di stampa Europea Euronews.

Nell’ultimo decennio il trasporto aereo è cresciuto esponenzialmente e la domanda di piloti è esplosa. Con il coronavirus la situazione è cambiata di colpo repentinamente. Purtroppo la situazione non sarà come si sperava di breve periodo ma, vista la situazione, la fuoriuscita dalla pandemia durerà anni. Non solo ma i viaggi in aereo non saranno più gli stessi. Il settore secondo gli analisti non riprenderà con i trend di sviluppo degli ultimi anni.

Se i piloti svizzeri hanno trovato una soluzione per non restare inattivi e sussidiati per lungo tempo dalla comunità, rinunciando anche a lavorare come “autonomi” in qualche compagnia low cost a 300 euro al mese per l’esercito di piloti italiani di Alitalia in particolare sembra che questa non sia una soluzione da ricercare, adagiati come sono da ricchi assegni mensili di Cassa integrazione che durano fino a 7 anni consecutivi, aspettando il miracolo sia della ripresa di Alitalia che della fine del coronavirus.

Il vettore nazionale ora ribattezzato ITA (Italia Trasporti Aerei) dal 2009 ad oggi è in stato di Cassa Integrazione (vedi tabella).

Le Ferrovie Federali svizzere sono alle prese con una mancanza di circa 200 macchinisti, un problema emerso da tempo tanto da fermare lo sviluppo di treni merci e passeggeri. Problema che si aggraverà in futuro con i numerosi numerosi pensionamenti. Anche le ferrovie italiane sono alla prese qualche difficoltà nella gestione dei macchinisti sempre carenti al punto di dover sopprimere treni prima del coronavirus. Insomma tra stare fermi e senza prospettive di ripresa, almeno in Italia, con assegno di ricollocazione e un corso di formazione su base regionale l’Italia potrebbe far partire un esperimento innovativo.

Senza un governo e quindi con una politica debole è difficile che parta questa iniziativa dal Ministero del Lavoro. L’accondiscendenza del governo alle richieste corporative dei piloti ma anche del resto del personale Alitalia, sostenute dai sindacati che fino ad ora hanno consentito ammortizzatori sociali iniqui e squilibrati, renderanno difficile aprire questa prospettiva. A meno che la crisi che si paventa davanti a noi non induca tutti a qualche sacrificio, a partire da chi in questi anni è stato garantito e protetto da una compagnia aerea che ne ha viste di tutti i colori ma non ha mai trovato un governo capace di dire adesso basta. Fino al punto di aver speso in aiuti di Stato quasi 12 miliardi di euro senza risolvere il problema.

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