Il meccanismo della divisione in zone funziona, i lockdown nazionali ‘stop and go’ no: ne è convinto il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, che a Che tempo che fa su Rai3 ha replicato a chi – dal consigliere del ministro della Salute Walter Ricciardi all’infettivologo Massimo Galli – contesta l’efficacia del sistema introdotto nel novembre scorso dal governo per contrastare la pandemia. Puntando ad abbassare i contagi senza impattare in modo trasversale sull’economia del Paese. “Il lockdown nazionale presuppone interventi durissimi e non sempre compatibili con la coesione sociale“, avverte Boccia. “Bisogna tutelare diritto alla salute ed economia, sono convinto che questa strada ci darà ragione“.
Nel corso dell’intervista, il ministro ha ricordato che “l’Italia ha fatto il lockdown più duro e più lungo” nella scorsa primavera. Un’esperienza che ha posto le basi “per costruire la nostra convivenza con il virus, tanto che siamo uno dei Paesi non in ginocchio”. Ma “basta vedere le differenze con la Gran Bretagna – che ha fatto più lockdown nazionali ‘stop and go’ -” per capire che non era quella la strada da seguire. Lo stesso sta avvenendo in “Francia, Spagna, la stessa Germania“, conclude il ministro. Mentre in Italia tre Regioni/province autonome sono attualmente in zona rossa, 12 in zona arancione e 6 in zona gialla, il Paese guidato da Angela Merkel è alle prese con un “lockdown duro” che potrebbe durare ben oltre la data fissata del 31 gennaio. In Francia il coprifuoco è stato anticipato alle 18, mentre il Regno Unito è al suo terzo lockdown nazionale.
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