La Cina si prepara ad affrontare quella che le autorità sanitarie temono essere una seconda ondata di coronavirus nel Paese. A preoccupare maggiormente è la provincia dell’Hebei, a nord di Pechino, dove nelle ultime 24 ore si sono registrati 52 nuovi casi con sintomi, e 69 asintomatici, mentre si contano anche due casi “importati”. “Nella regione si sta sviluppando un’epidemia e la situazione è grave“, ha dichiarato Ma Xiaowei, direttore della Commissione sanitaria nazionale in un incontro con rappresentanti della provincia. Tanto che è già entrato in vigore il lockdown per il capoluogo Shijiazhuang.

Tutti i contagi, eccetto uno, sono stati confermati proprio in questa città, dove è stata lanciata una campagna di tamponi capillare per tutti gli 11 milioni di abitanti. Ieri i nuovi positivi sono stati 63, mentre negli ultimi cinque giorni sono stati diagnosticati 230 nuovi casi. La Commissione salute ha inoltre confermato che sono già stati ammessi in ospedale 90 pazienti.

Le autorità locali a Shijiazhuang hanno chiuso la stazione ferroviaria e cancellato l’80% dei voli e degli autobus. Da ieri sono chiusi asili e scuole. Proibiti eventi pubblici e chiusi i siti turistici. Posti di blocco lungo le strade che portano alla città sono stati aperti per impedire gli spostamenti non essenziali. Tre funzionari locali sono stati “puniti” per non aver saputo prevenire l’aumento dei contagi, ha reso noto l’autorità contro la corruzione.

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