di Marta De Vivo e Paolo Di Falco

Quest’anno molti non hanno celebrato il Natale affianco ad un loro caro, altri non potranno farlo mai più. Abbiamo vissuto un anno difficile, abbiamo dovuto combattere una battaglia senza precedenti storici. Abbiamo dovuto e continuiamo a fare molti sacrifici, rinunciando a molto per un bene più alto: la salute. Questi sacrifici però hanno comportato perdite più alte per alcuni: sta di fatto che la povertà è aumentata drasticamente in quest’ultimo anno.

Secondo l’ultimo rapporto del Censis, da settembre 2020 ci sono 582.485 individui in più che vivono in famiglia e percepiscono il sussidio di cittadinanza, in percentuale più del 22.8%. Inoltre crollano le spese e gli acquisti, con un divario sempre più vasto tra ricchi e poveri. I numeri ci aiutano a mettere in prospettiva quanto stiamo vivendo: la riduzione della spesa mensile per consumi è del 19.11% rispetto alla fine del 2019, il consumo si è ridotto di 20 miliardi di euro per i servizi e di 10.5 miliardi per i beni. Fa paura inoltre il tasso medio annuo di crescita reale ridotto nell’arco di questi anni, +3,9% negli anni 70’, + 0,2% negli anni 2000.

Le file che abbiamo visto alla Caritas, anche nelle regioni più prosperose come la Lombardia, ci fanno comprendere la sofferenza sempre più diffusa tra le persone e la grande difficoltà a far fronte alla crisi economica. La nostra società sta diventando diseguale e si fa fatica a dare aiuti concreti a tutti. Quello che è appena iniziato è un anno di sfide importanti e anche di rilancio, se sapremo usare bene i fondi del Next Generation Eu (e non Recovery Plan come molti si ostinano a chiamarlo): questa sofferenza dovrà trovare sollievo in una politica seria e competente, pronta a fare di questo paese una nuova terra dove far fiorire nuove imprese e proposte educative.

Tutta questa grande fatica a crescere non dovrà più esserci e, grazie a investimenti e manovre massicce, riusciremo a trovare un equilibrio che ci permetterà di essere sempre più competitivi e attrattivi per nuovi investimenti anche dall’estero. In un certo senso i sacrifici che facciamo oggi domani verranno ripagati, l’Italia vedrà un nuovo orizzonte e finalmente potremo dire di avercela fatta. E’ quindi molto importante continuare a tenere duro e, soprattutto, continuare ad aiutare quelle persone che ormai non riescono ad arrivare a fine mese, quei negozianti che purtroppo sono stati troppo spesso dimenticati: pagare l’affitto di un locale che non può essere utilizzato, senza alcuna entrata, è davvero un problema.

Un problema che oggi grava sulle spalle di molti che avevano avviato delle attività, fiduciosi di puntare ogni cosa in settori come la ristorazione, il turismo… Ci vorrebbe anche un aiuto concreto a tutti quei ragazzi che per poter andare avanti, per poter studiare, lavoravano nelle attività, nei bar, nei cinema chiusi… Sono troppe le categorie che sono state lasciate indietro e non c’è da sorprendersi se, come abbiamo detto sopra, la povertà e le disuguaglianze nel nostro Paese continuano a crescere.

In uno scenario del genere, all’inizio di questo nuovo anno, resta ancora l’incognita di come spendere i fondi del Next Generation Eu. Per anni si è data la colpa dei vari tagli all’Europa con frasi sconclusionate del tipo: ”L’Europa ci impone di tagliare…”. Tralasciando l’infondatezza di queste espressioni, adesso che l’Europa si stringe intorno a noi e cerca di darci una mano con ben 209 miliardi noi che facciamo? Temporeggiamo e ci perdiamo dietro discussioni controproducenti invece di presentare il nostro piano in fretta.

A complicare la situazione, nel mezzo di una pandemia, ci si mette anche una crisi di governo dall’esito incerto. Strano, non trovate? Come altrettanto strano, in una situazione del genere, è rifiutare i 39 miliardi del Mes per indirizzarli alla nostra sanità in nome di assurde posizioni ideologiche.

Noi crediamo che non possiamo permetterci questi ritardi, non possiamo più permetterci di continuare a perdere tempo mentre una buona parte della nostra Italia soffre e non ha più di che vivere. Persone con una vita normale che la pandemia ha ridotto in povertà: persone che non possono più continuare a pagare le rate del mutuo perché in cassa integrazione, persone che hanno dovuto chiudere la loro attività, persone che hanno visto la loro vita, pezzo dopo pezzo, venire giù.

Proprio per questo non solo non dobbiamo continuare a temporeggiare ma dobbiamo fare di tutto per poterci risollevare e dare un aiuto concreto a tutti coloro che ne hanno bisogno.

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