Quasi uno per ogni italiano, anche se ovviamente fare la media ha poco senso. Sono 50 milioni, tra cartelle, accertamenti e lettere di compliance, gli atti che saranno inviati ai contribuenti dalle agenzie fiscali da inizio 2021, con la fine del blocco deciso causa emergenza Covid. Il governo e la maggioranza puntano a una nuova edizione della rottamazione ma anche al saldo e stralcio. Richiesta unanime che arriva anche dall’opposizione. Le casse però languono, con 3 miliardi in meno da accertamenti nei primi 10 mesi (-30%), e la macchina va comunque riavviata. C’è comunque la strada della rateizzazione che permette di bloccare le procedure esecutive.

Sono 35 milioni gli atti di riscossione (cartelle, ipoteche, fermi amministrativi) sospesi nel 2020 – ai quali si aggiungono quelli di inizio 2021 – quelli che potrebbero partire. A cui si sommano 15 milioni di accertamenti e lettere di compliance in partenza dall’Agenzia delle Entrate. E va detto che quelle contestate dall’amministrazione sono cifre che riguardano tasse non pagate non in periodo Covid. Quindi andrebbero comunque pagate. L’opposizione attacca parlando di “oppressione fiscale” e chiedendo una nuova sospensione. Il governo sta valutando le possibili mosse.

“Tre sono gli aspetti su cui si deve intervenire subito”, secondo la viceministra dell’Economia Laura Castelli (M5s). “Pulire il “magazzino”, pre 2015, dai ruoli inesigibili, costa troppo e non porta a nulla. Riguarda in gran parte soggetti falliti, deceduti, imprese cessate, da cui lo Stato non può più riscuotere. Gestire gli anni dal 2016 al 2019, con una “rottamazione quater”, un saldo e stralcio, per dare respiro a quei contribuenti, che si trovano in difficoltà, ed hanno posizioni aperte con il fisco, dovute a morosità incolpevoli. E poi trattare le milioni di cartelle che si genereranno nel 2021, per posizioni maturate nel 2020 e in anni precedenti. Sono cartelle che vanno gestite con un metodo straordinario, pensando che il Covid è stato, ed è, un evento straordinario e devastante. Una parte per i più fragili, ad esempio, andrà rimandata, e una parte, per chi è nelle condizioni di poterlo fare, andrà trattata in bonis, facendo pagare con uno “sconto” su sanzioni e interessi”.

Ci si può comunque tutelare ricorrendo alle regole attuali. In particolare la rateizzazione. La possibilità di rateizzare le cartelle, di qualsiasi importo, è concessa a tutti coloro che si trovano in difficoltà economica e non possono versare quanto dovuto in un’unica soluzione. A fronte delle difficoltà generate dall’emergenza sanitaria, fino al 31 dicembre 2021 sono previste ulteriori misure a favore dei contribuenti, come la tolleranza fino a 10 rate: coloro che hanno una rateizzazione in essere al 31 dicembre 2020 o che presentano una nuova domanda entro il 31 dicembre 2021 possono usufruire delle agevolazioni previste dal decreto Ristori che ha concesso la possibilità di saltare fino a 10 rate (anziché le 5 ordinariamente previste) prima della decadenza dalla dilazione.

Per debiti fino a 100mila euro poi è più facile presentare la domanda. Per le richieste presentate entro il 31 dicembre 2021, il decreto Ristori ha elevato da 60 a 100mila euro la soglia entro la quale basta una domanda semplice per ottenere un piano a rate senza la necessità di dover presentare la documentazione che attesti lo stato di difficoltà economica, con l’ammissione automatica alla dilazione ordinaria fino a 6 anni (72 rate).

Infine può presentare una richiesta di dilazione anche chi era decaduto da una precedente rateizzazione prima della fase emergenziale, ma senza il vincolo del versamento delle rate scadute. Stessa possibilità anche per i decaduti dalle rottamazioni degli anni scorsi che possono rateizzare le somme ancora dovute.

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