Anche l’Antitrust mette un piede nella partita per la rete unica. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti delle società di telecomunicazioni Telecom Italia, Fastweb, Teemo Bidco, FiberCop, Tiscali e KKR.

Il provvedimento riguarda i contratti che regolano la costituzione e il funzionamento di FiberCop, la società creata da Tim per la rete in attesa delle nozze con la parapubblica Open Fiber, ovvero gli accordi di fornitura con Fastweb e Tiscali. Dal canto loro Tim e Fastweb in una nota affermano che “accolgono con favore” la decisione di avviare una valutazione circa gli impatti della costituzione di Fibercop, in vista della piena operatività della joint venture, attesa nel primo trimestre 2021.

L’istruttoria infatti non impedirà l’avvio dell’operatività. La lente dell’autorità si concentrerà sul conferimento in Fibercop di Flashfiber, società cui la stessa autorità si già era espressa con parere positivo due anni fa accettando gli impegni di Tim e Fastweb. Peraltro ora la newco risponde a un modello di coinvestimento aperto, come incoraggiato dalla Ue.

“L’avvio del confronto – scrivono le due società – che fa seguito ad una richiesta di Tim e Fastweb, nello spirito di collaborazione che contraddistingue da sempre la relazione dei due operatori con le Autorità di settore, rappresenta un importante passaggio dopo che la Commissione Europea, lo scorso 26 novembre, ha comunicato che FiberCop non sarà soggetta ad alcun obbligo di comunicazione ed approvazione da parte dell’Antitrust comunitario”.

“FiberCop – ricordano ancora i due gruppi – ha come obiettivo il rapido sviluppo della fibra ottica (FTTH), e in particolare la copertura del 76% delle aree nere e grigie e si svilupperà sul modello del co-investimento aperto, così come previsto dal nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni, grazie al quale tutti gli operatori interessati potranno prendere parte al progetto secondo diverse modalità di partecipazione e nell’ottica di garantire la massima concorrenza”.

Secondo l’Authority per la concorrenza “lo sviluppo delle reti di telecomunicazione in fibra rappresenta un obiettivo cruciale per il nostro Paese che può essere raggiunto in tempi rapidi solo attraverso l’esplicarsi di una sana concorrenza dinamica“. In questa prospettiva, l’Autorità, “riconoscendo le possibili efficienze dei progetti condivisi di infrastrutturazione – ha avviato un’istruttoria per accertare che gli accordi in questione non comportino restrizioni concorrenziali non necessarie e che forniscano adeguati incentivi alla dismissione della vecchia tecnologia delle reti in rame”.

In sostanza per l’Autorità il procedimento ha l’obiettivo di verificare che questi accordi non creino ostacoli alla libera concorrenza tra gli operatori del settore nel medio e nel lungo termine e siano volti ad assicurare il rapido ammodernamento delle infrastrutture di telecomunicazione fissa del Paese. L’Antitrust, viene sottolineato nelle motivazioni della decisione con cui è stata avviata l’istruttoria, già in occasione della creazione della società FlashFiber, ha mostrato ampia consapevolezza delle potenzialità a favore della competitività dei progetti di co-investimento, autorizzando il progetto con rimedi tali da garantire il raggiungimento di apprezzabili efficienze, senza però compromettere la concorrenza infrastrutturale tra i diversi operatori.

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