La mafia dei pascoli va a processo. Sono 96 le persone rinviate a giudizio dal gup Simona Finocchiaro a termine delle udienze preliminari, alle quali se ne aggiungono altre 11 che hanno chiesto riti alternativi tra patteggiamenti e abbreviati. Tutti gli imputati sono accusati di fare parte di un sistema di truffa ai danni dell’Agea (l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura) che avrebbe favorito i clan dei Nebrodi. La gup ha anche disposto diversi rinvii a Catania per competenza territoriale e 3 restituzioni degli atti ai Pm.

È terminata così a Messina, in aula bunker, la prima fase dell’inchiesta, guidata dal procuratore Maurizio De Lucia, che lo scorso gennaio ha portato all’arresto di 94 persone (48 in carcere e 46 ai domiciliari) per associazione per delinquere di stampo mafioso, danneggiamento a seguito di incendio, uso di sigilli e strumenti contraffatti, falso, trasferimento fraudolento di valori, estorsione e truffa aggravata. L’accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e dai sostituti Fabrizio Monaco, Francesco Massara e Antonio Carchietti, aveva chiesto a settembre il rinvio a giudizio per 133 persone.

L’indagine, condotta dal pool della Dda, ha rivelato come le due note famiglie mafiose nebroidee, quella dei Batanesi e quella dei Bontempo Scavo, avessero creato un sistema di estorsioni e intimidazioni allo scopo di ottenere terreni e attraverso questi poter richiedere i contributi comunitari all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea). Un sistema tanto conveniente da diventare – per gli investigatori – la principale attività dei clan mafiosi sui Nebrodi, per un giro di affari di 10 milioni di euro: è la cifra che avevano ottenuto dall’Ue dal 2012 come contributi all’Agricoltura anche grazie all’aiuto di un notaio compiacente e di funzionari dei Centri Commerciali Agricoli (Cca) che istruiscono le pratiche per l’accesso ai contributi europei per l’agricoltura.

Durante le prime udienze, però, al momento della costituzione di parte civile, la stessa Agea è risultata assente nonostante sia considerata parte offesa. Poi, dopo le notizie di stampa, lo scorso 11 dicembre alcuni rappresentanti dell’Agenzia per le erogazioni agricole si sono presentati per rimediare al ritardo ma la richiesta è stata rigettata dalla gup per decorrenza dei termini. L’Agea può presentare nuovamente la richiesta il 3 febbraio quando si darà inizio al processo presso il Tribunale di Patti, ma a questo punto non è affatto scontato che la richiesta venga accolta. Una gaffe per l’agenzia governativa che distribuisce finanziamenti del Fondo Europeo Agricolo di Garanzia e dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale e che, secondo l’accusa, ha subito una truffa di ben 10 milioni di euro. All’udienza preliminare, lo scorso 25 novembre si è invece presentato l’ente Parco dei Nebrodi, la cui costituzione di parte civile è stata regolarmente accolta da Finocchiaro.

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