Per il terzo giorno in tutti i 116 Comuni della Provincia autonoma di Bolzano gli altoatesini si sono messi in coda davanti ai 184 presidi sul territorio per effettuare a titolo volontario e gratuito il tampone rapido. Lo screening di massa in Alto Adige, partito lo scorso venerdì, ha raggiunto un notevole afflusso: alle 16 di domenica 22 novembre, erano più di 322mila i cittadini testati, il 60% dei 536.667 residenti. Dei tamponi effettuati, quasi l’1% è positivo: circa 3mila persone, che non hanno ancora sviluppato sintomi e che ora si trovano in quarantena. “Se non li avessimo individuati, avendo in Alto Adige un Rt di 1,5, avremmo rischiato 95mila contagi nel giro di poco tempo”, ha detto il presidente della provincia, Arno Kompatscher, facendo un primo bilancio dei test a tappeto.

L’obiettivo dello screening di massa era effettuare 350mila tamponi rapidi, il 70% dei cittadini, per controllare tutta la popolazione di età superiore ai 5 anni, esclusi coloro che vengono regolarmente testati oppure che sono appena guariti dal coronavirus. “Speravamo – ha confessato Kompatscher – che almeno 200mila-250mila altoatesini accogliessero l’invito, mentre oggi alle ore 16 sono già stati effettuati oltre 322mila tamponi. Si tratta di un risultato straordinario“. Il presidente della Provincia autonoma ha invitato però i cittadini a “non abbassare la guardia, altrimenti sarebbe come mollare al minuto 89 una partita, essendo in vantaggio”.

Grazie ai risultati dello screening, che hanno permesso di interrompere molte possibili catene di contagio, si può già pensare a un allentamento delle restrizioni che sono in vigore nella Provincia, zona rossa dall’8 novembre. “Con questa operazione abbiamo ripreso il controllo e abbiamo la possibilità di ridurre i tempi del lockdown – ha spiegato Kompatscher – L’ordinanza attuale rimarrà in vigore fino al 29 novembre: non riapriremo subito, ci prendiamo questa settimana per analizzare i dati e avere una strategia di riapertura“. Quel che è certo, sottolinea il presidente, è che senza screening “si sarebbe dovuti andare avanti con un lockdown serio almeno fino a Natale. Adesso abbiamo la possibilità di riaprire”, ha concluso.

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