L’ex presidente di Open, Alberto Bianchi, scriveva appunti su tutti i suoi incontri più importanti. Annotazioni di commenti, posizioni politiche, interessi su inchieste e nomine, considerazioni personali e degli interlocutori. Pagine preziose per i magistrati che indagano sulla Fondazione, depositate nel fascicolo d’inchiesta per finanziamento illecito, accusa contestata a Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e all’attuale deputato del Pd, Luca Lotti. È proprio in uno di questi pizzini, svelati dal quotidiano La Verità, che viene annotato un commento rivolto alla stessa Boschi. Bianchi riporta il resoconto di una chiacchierata con Renzi, datata 18 marzo 2019, e scrive: “Su Meb insiste a dire che è brava, è ‘donna – quindi – tr…‘, perché in politica sta una volta alla settimana”. Cosa voleva dire Bianchi? Secondo La Verità, quello è un commento che attribuisce a Renzi e quindi rappresenta il pensiero dell’ex premier. L’ex presidente di Open invece ha fornito un’altra spiegazione: “La frase in questione non riporta né il mio pensiero e meno che mai di Renzi che mai si è espresso in questi termini con me. Maria Elena Boschi è una politica molto competente e in gamba. Il mio appunto è una mia sintesi di ciò che in politica troppi pensano quando etichettano le belle donne come facili. Sintetizzavo lo stereotipo e per questo uso le virgolette”, ha chiarito Bianchi. Il commento su Boschi è comunque solo un estratto della sua agenda depositata agli atti dell’inchiesta, in cui sono contenuti appunti riguardanti le ultime primarie Pd, la nomina di Marcello Viola a capo della procura di Roma, le inchieste sui genitori di Renzi (Consip compresa) e gli interessi sul nome del futuro procuratore della Corte dei Conti a Firenze.

La Verità riporta una lunga annotazione relativa alla chiacchierata tra Bianchi e Renzi del marzo 2019. Sulla deputata di Italia Viva il commento prosegue: “Sistematicamente va alle presentazioni del suo libro, si sistema in prima fila, piace ancora agli ultra renziani“, scrive l’ex presidente di Open. “Dovrebbe – dice – darsi una dimensione famigliare – moglie, fare un figlio – anche per migliorare decisamente la sua immagine, ma la trova renitente anche a rivelare il suo rapporto con E. Mugnai, malgrado ‘tutti sappiano’ (anch’io)”, si legge ancora nel testo. Il riferimento è all’avvocato Enrico Mugnai e Bianchi annota anche un’altra considerazione relativa ai pettegolezzi su una storia tra Renzi e Boschi, “per chiudere alle voci soavi che continuano a correre sui rapporti di lei con lui”.

Dopo la pubblicazione dell’articolo, Bianchi ha replicato: “Quanto riportato oggi da La Verità è l’ennesima strumentalizzazione di un mio appunto preso durante una chiacchierata molto più ampia”. “Inoltre – ha aggiunto – non capisco perché oggi La Verità pubblichi miei appunti del 2019, successivi alla chiusura della fondazione Open e perciò inspiegabilmente inseriti negli atti dell’accusa”, ha concluso Bianchi. Matteo Renzi ha risposto invece con una nota: “Siamo in presenza di una vergognosa montatura per la quale chiederemo i danni in tutte le sedi”. “Come ha già chiaramente spiegato l’avvocato Bianchi – ha spiegato il leader di Iv – quelle frasi non sono mie. E del resto basta conoscermi e leggere la mia storia politica per sapere che non possono essere mie: lo dimostra la mia particolare attenzione per l’impegno femminile in politica”. “Chi poi conosce il mio rapporto politico e personale con Maria Elena, mio braccio destro da anni – ha sottolineato ancora Renzi – sa perfettamente la stima e l’amicizia che ci lega. Il basso gossip che abbiamo sempre dovuto subire e di cui le nostre famiglie, e i nostri affetti più cari, portano per prime il peso è bieca volgarità che non ci tocca”. Secondo l’ex premier “rimane sullo sfondo l’ennesimo attacco mediatico frutto di una velina degli inquirenti che allegano agli atti materiale privo di alcun valore probatorio”. “Aspettiamo che si stabilisca la verità dei fatti e che i colpevoli di questo squallore paghino per le proprie responsabilità”, ha concluso Renzi.

Nell’agenda di Bianchi però non ci sono solo i commenti su Maria Elena Boschi. Il 18 marzo 2019 annota, in merito alla conversazioni con Renzi, anche valutazioni politiche fatte dall’ex premier su come Luca Lotti avesse giocato la partite delle primarie Pd, vinte da Nicola Zingaretti. Il nome di Lotti ritorna poche pagine prime, quando Bianchi in data primo marzo 2019 riporta un colloquio tra i due e scrive: “Racconti imbarazzanti su magistrati e Csm. Proviamo Viola a Roma e amico a Firenze”. Due mesi dopo, nella notte tra l’8 e il 9 maggio 2019, Luca Palamara, Luca Lotti, Cosimo Ferri e altri consiglieri del Csm si incontrarono nell’hotel Champagne di Roma per discutere del futuro della Procura della Capitale e delle possibilità del procuratore generale di Firenze, Marcello Viola, di ottenere la guida di piazzale Clodio. È la scena madre dell’inchiesta sul caso Palamara.

Nei suoi appunti, Bianchi parla anche di altre inchieste, come quelle che riguardano Tiziano Renzi e Laura Bovoli, i genitori dell’ex premier: all’epoca gli erano appena stati revocati i domiciliari. Prima, nel gennaio 2017, ci sono annotazioni anche sul caso Consip: Bianchi riassume ad esempio un’informativa di carabinieri del Noe. In un altro commento riporta alcune sue considerazioni, probabilmente rivolte a Luca Lotti, in cui discute sul possibile rinvio a giudizio dell’attuale deputato Pd e di Tiziano Renzi. Infine ci sono gli appunti sulla nomina del capo della Procura della Corte dei Conti di Firenze. E’ l’8 maggio 2017: “Domani fanno il bando – scrive – se lo fanno domani è praticamente certa posizione Acheropita. Se lo debbono rinviare, si apre spazio ad altri candidati, tra cui Tridico, amico, ma meno di Acheropita”. A giugno 2017 la nuova procuratrice è Acheropita Mondera Oranges.

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