Di fronte alle promesse non mantenute dal presidente di Anpal Domenico Parisi, l’italo-americano del Mississippi voluto da Luigi Di Maio al vertice dell’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro e già travolto dalle polemiche per le ‘spese pazze’, che aveva garantito la stabilizzazione con un percorso da completare entro fine anno, i precari storici di Anpal Servizi, cioè i lavoratori della società che per il ministero del Lavoro si occupa di politiche attive e di ricollocare disoccupati e percettori del reddito di cittadinanza, sono tornati a scioperare e protestare di fronte allo stesso dicastero.

“La legge 128/2019, approvata grazie alla nostra mobilitazione da tutta la maggioranza, e che dispone la stabilizzazione di tutta la platea dei precari, continua a non essere applicata da Anpal e dal suo presidente Domenico Parisi. La ministra Nunzia Catalfo adesso deve farsi carico delle sue responsabilità e farsi garante“, hanno rivendicato i lavoratori precari nel corso del presidio a Roma. Eppure, dati alla mano, al di là di quanto più volte dichiarato da Domenico Parisi in audizione tra Camera e Senato, il processo di stabilizzazione è tutt’altro che concluso. Soltanto 140 su 654 contratti a tempo sono stati convertiti. Per molti altri il rischio di restare senza lavoro è reale.

Così, mentre nelle stesse ore dello sciopero dei precari storici, proprio Domenico Parisi ha rivendicato in commissione Lavoro la necessità di “ampliare il ruolo dei navigator, rendendoli operatori di intervento ad ampio raggio e quindi non circoscritti solo al reddito di cittadinanza” e proponendo la loro proroga per un altro anno, i lavoratori di Anpal Servizi hanno attaccato il presidente: “Il suo immobilismo ha comportato la mancata assunzione a tempo indeterminato di oltre 520 collaboratori, tutto mentre Anpal e Anpal Servizi risultano da troppo tempo paralizzate”. E ora, al di là della legge, la stabilizzazione rischia di non essere per tutti: “Si è trasformata in una nuova selezione. Un concorso lungo, affidato a una società esterna, con ulteriore sperpero di denaro pubblico, che sarà aperto a 513 collaboratori storici, ma si tratta solo del bacino potenziale”. Tradotto, c’è chi rischia di restare disoccupato. O comunque di dover attendere ancora molto tempo, dato che la graduatoria, spiegano, “rimarrà aperta 36 mesi”.

Ma non solo. I precari hanno pure fatto causa a Parisi per condotta antisindacale: “La nostra organizzazione, le Clap, pur essendo la maggiormente rappresentativa per numero di iscritti, è esclusa dalla negoziazione”. Atteggiamenti che per i precari storici non sono più tollerabili. E che, secondo loro, richiedono un cambio di guida. “Domenico Parisi è un trumpiano, è ora anche per lui di tornare a casa”, hanno rivendicato, con tanto di cartelli dal presidio di fronte al dicastero guidato da Catalfo. “Non cadremo nel tranello della lotta tra precari, siamo tutti lavoratori della stessa azienda. Ma è chiaro che la legge preveda delle priorità. E la priorità è stabilizzarci. Poi ben venga anche il rilancio dei navigator”, hanno rivendicato di fronte ai nuovi annunci del presidente di Anpal, già accerchiato anche da gran parte dei partiti di maggioranza, che più volte in passato ne hanno chiesto le dimissioni. Oltre venti le interrogazioni parlamentari presentate contro di lui. Ora, i nuovi attacchi, dopo le parole sui navigator. I precari intanto si affidano alla ministra del Lavoro: “Ci aspettiamo atti concreti, non c’è più tempo da perdere, soprattutto in una condizione come questa di emergenza”.

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