Il ministro della Giustizia degli Stati Uniti William Barr ha autorizzato tutti i procuratori federali del Dipartimento ad avviare indagini sulle accuse di presunte frodi elettorali che sarebbero state commesse durante lo scrutinio dei voti del 3 novembre. Ma in 45 stati americani funzionari responsabili del processo elettorale contattati dal New York Times tra lunedì e martedì escludono l’esistenza di prove che frodi o irregolarità possano aver influito sull’esito dell’Election Day. Donald Trump però non si arrende e non concede la vittoria a Joe Biden, e su Twitter in queste ore ha scritto: “La gente non accetterà queste elezioni truccate”. Sempre sul sito di microblogging accusa di nuovo i media, in particolare Abc e Washington Post, i cui “falsi sondaggisti hanno causato una potenziale illegittima ‘Suppression Poll’ appena prima delle elezioni, dandomi 17 punti in calo in Wisconsin quando in realtà nell’Election Day la competizione era alla pari – e ora ci prepariamo a vincere nello Stato. Quante fatti ‘deplorevoli’ di questo genere!”. Per soppressione del voto si intende la pratica di scoraggiare o impedire il voto di uno specifico gruppo di persone.

Le risposte dei funzionari al New York Times – Per il repubblicano Frank LaRose, segretario di stato dell’Ohio, “c’è una grande capacità umana di inventare cose non vere sulle elezioni”. Dalla Pennsylvaniadopo le dichiarazioni di Rudolph Giuliani che ha denunciato una “situazione molto preoccupante” – parlano di elezioni “giuste e sicure”. “È sconsiderato ripetere questi attacchi falsi”, hanno detto dall’ufficio dell’Attorney General, il democratico Josh Shapiro. Dal Minnesota, il segretario di stato Steve Simon, democratico, ha detto di “non essere a conoscenza di un solo caso in cui qualcuno abbia sollevato contestazioni sul conteggio” dei voti. “Non ci sono state frodi“, ha affermato. Anche secondo una portavoce del segretario di stato del Kansas, il repubblicano Scott Schwab, non si sono riscontrati “problemi diffusi, sistematici” riguardo “frodi elettorali, intimidazioni, irregolarità o problemi di voto”. Anzi sono “soddisfatti” di come sia andata. E pure l’ufficio del segretario di stato del Michigan, il democratico Jocelyn Benson, ha fatto sapere di non aver “visto prove di frodi”. Il New York Times precisa di aver avuto risposte dirette da funzionari di 45 stati, nessuna risposta dal Texas, mentre per altri quattro ha trovato commenti dei segretari di Stato. Ma, scrive il giornale, dalla contea di Harris, la più grande del Texas, hanno riferito solo di “problemi minori”.

La Camera ai democratici – I democratici hanno riconquistato per altri due anni la maggioranza della Camera, assicurandosi il controllo di almeno 218 seggi, secondo l’Associated press, che conferma così le proiezioni dei vari media Usa all’indomani delle elezioni. In questo modo avranno il controllo della House per quattro anni consecutivi per la seconda volta dal 1995, quando i repubblicani misero fine a 40 anni di dominio democratico. Il partito dovrebbe vincere altri seggi, ma difficilmente raggiungerà la soglia degli attuali 232 seggi dopo una inattesa rimonta repubblicana che potrebbe strappare almeno una decina di scranni.

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