Mancano ormai 24 ore alle elezioni americane, ma in questo ultimo arco di tempo non si consumerà solo la resa dei conti tra i due candidati, Donald Trump e Joe Biden, ma anche quella tra il presidente e l’immunologo a capo della task-force anti-Covid americana, Anthony Fauci. Uno scontro che si è protratto fin dall’inizio della pandemia, con i due da sempre su posizioni opposte riguardo alle misure da intraprendere in tema di lotta al coronavirus, ma che sembra arrivato a un punto di svolta nelle ultime ore, con il tycoon che ha lasciato intendere di essere pronto a rimuoverlo dal suo incarico in caso di rielezione. Durante un comizio in Florida, ai supporter che cantavano “Licenzia Fauci”, ha risposto: “Non ditelo a nessuno, ma lasciatemi aspettare un po’ dopo le elezioni”. E ha aggiunto: “Apprezzo il suggerimento”.

L’ultimo capitolo dello scontro Trump-Fauci è iniziato ieri, quando il popolarissimo esperto ha di nuovo criticato, in un’intervista sul Washington Post, la strategia di Trump, dichiarando che il presidente sta affrontando la pandemia guardando solo all’aspetto economico della crisi, aggiungendo che invece la campagna di Joe Biden “sta prendendo seriamente la situazione dal punto di vista sanitario“.

Parole che hanno fatto infuriare l’inquilino della Casa Bianca che già in passato aveva manifestato la volontà di liberarsi della presenza ingombrante di Fauci, visto come un ostacolo e non come un supporto scientifico alla sua amministrazione. Ipotesi sempre rimandata, però, proprio a causa delle accuse di negazionismo che ha dovuto affrontare fin dallo scoppio della pandemia negli Stati Uniti, dell’alto numero di contagi e vittime registrati e anche della popolarità dell’immunologo a livello internazionale.

Lo stato in cui si trova il Paese, ha dichiarato l’esperto al quotidiano della capitale, “non è buono”: “Tutte le stelle sono allineate nel posto sbagliato perché andiamo verso l’autunno e l’inverno, con la gente che si riunisce al chiuso, non potremmo essere messi peggio”, ha spiegato. Serve “un netto cambiamento nelle politiche e le pratiche di salute pubblica o rischieremo di superare i 100mila nuovi contagi al giorno“.

Nella sua intervista, l’immunologo ha poi attaccato Scott Atlas, il neuro-radiologo che Trump ha ormai eletto suo principale consigliere sulla pandemia. “Ho un vero problema” con Atlas, “è un tizio brillante che afferma cose di cui ritengo non abbia reale conoscenza o esperienza”, ha attaccato Fauci. Lui dice di non puntare all’immunità di gregge, ma tutto quello che dice punta sul fatto “che non fa differenza se la gente s’infetta. Che le mascherine non funzionano“.

Ma ormai Trump ascolta solo Atlas, continua l’infettivologo che dice di aver sentito il presidente per l’ultima volta ai primi di ottobre. A chiamarlo è stato Trump, mentre era in ospedale per il coronavirus, e non si è parlato di politiche sanitarie. Fauci ha poi aggiunto che ormai parla solo al telefono con i funzionari della Casa Bianca ed evita fisicamente la West Wing “per tutti i contagi che ci sono”. Si è poi scagliato contro “la falsa narrativa” che conti solo impedire alla gente di morire, limitandosi a proteggere le persone più vulnerabili. La Casa Bianca aveva già reagito con durezza all’intervista, con il portavoce Judd Deere che ha replicato: l’infettivologo “sa che i rischi sono drammaticamente più bassi di qualche mese fa”. Ed ha aggiunto che è “inaccettabile” che Fauci “violi tutte le norme” decidendo di “scendere in politica” alla vigilia del voto.

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