È indagato negli Stati Uniti in un’inchiesta per traffico di stupefacenti, corruzione, riciclaggio e truffa. Il 7 agosto 2019 il ministro della Giustizia aveva emesso un decreto di estradizione e il 20 maggio 2020 la seconda sezione della Corte d’Appello di Roma aveva disposto il suo arresto dopo quello avvenuto nella capitale nel 2018. Il medico oculista Luigi Palma, detto “Jimmy Palma”, però, era stato già scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare e, per paura di essere estradato, si era reso irreperibile.

La latitanza, però, si è conclusa il 25 ottobre in Calabria dove i carabinieri lo hanno fermato durante un posto di blocco a Gerace. Palma era a bordo di un’auto guidata da un sessantaseienne originario della Locride. In seguito a un controllo approfondito, i militari dell’Arma hanno scoperto che il passeggero di quell’auto non era un oculista qualunque. Piuttosto era il latitante “Jimmy Palma” che, adesso, è stato rinchiuso nel carcere di Locri in attesa di essere spedito negli Stati Uniti dove gestiva, assieme a un altro medico italiano, due cliniche in Florida e nel Tennessee.

Secondo l’autorità giudiziaria americana in quelle due strutture sanitarie venivano dispensati illecitamente antidolorifici: ossicodone, ossimorfone e morfina che hanno garantito a Jimmy Palma e ai suoi soci un giro d’affari di 21 milioni di dollari in nero. Nel mirino dell’Fbi erano finiti oltre 100 spacciatori collegati a gruppi di pazienti che si presentavano nelle cliniche per il trattamento del dolore cronico, gestite dalla “Urgent Care & Surgery Center Enterprise”, la società dei due medici romani Luigi Palma e Luca Sartini.

Sono loro assieme a cinque possessori di “carta verde”, secondo gli investigatori americani, i principali indagati nell’inchiesta dell’Fbi. In occasione del primo arresto, il Dipartimento di giustizia americano aveva spiegato che i due professionisti sono accusati di “traffico di ossicodone, ossimorfone e morfina, somministrati per scopi non medici e con la conseguente morte dell’assuntore”. Ma anche “truffa, corruzione, per aver chiesto e ricevuto tangenti sanitarie, e riciclaggio di denaro”.

I pazienti delle due cliniche, che il più delle volte erano tossicodipendenti, tenevano una parte dei farmaci loro prescritti dando il resto agli spacciatori che avevano pagato per le loro visite mediche. Tra l’aprile 2009 e il marzo 2015 sarebbero state così distribuite 12 milioni di pillole di narcotici. Con questo sistema, gli oppiacei finivano nel mercato nero e avrebbero provocato in pochi anni circa 700 decessi. In un comunicato del Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti c’è scritto che “una percentuale significativa di quei decessi, direttamente o indirettamente, sono stati il ​​risultato di un sovradosaggio di narcotici prescritti”.

Dopo aver vissuto per oltre 20 anni in Florida, esplosa l’indagine Jimmy Palma era rientrato in Italia e dopo il primo arresto ha deciso di darsi alla latitanza che si è conclusa ieri dopo un banale controllo stradale. Adesso i carabinieri stanno cercando di ricostruire i contatti del medico romano per capire come mai si trovava in Calabria e se è stato aiutato da qualcuno.

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