Se finora lo stop agli abbattimenti degli abusi edilizi in Campania era auspicato in nome dell’emergenza abitativa, adesso lo si invoca per l’emergenza sanitaria. “Con una pandemia in piena espansione è assolutamente irrazionale privare di un luogo di ricovero centinaia di famiglie – sostiene la capogruppo di Forza Italia, Annalisa Patriarca – è necessario sospendere le demolizioni delle prime case e farlo nel più breve tempo possibile”.

Il tema ricorre a intervalli periodici, ma la pandemia di Covid introduce un argomento nuovo. Così venerdì mattina circa duecento persone dei comitati degli abusivisti si sono dati appuntamento sotto Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania guidata da Vincenzo De Luca, per consegnare simbolicamente le case dei manufatti a rischio demolizione. “Sono case di necessità – spiega uno dei manifestanti – che rischiano di andare giù nelle prossime settimane, in esecuzione di sentenze irrevocabili di condanna emesse quando questa emergenza non era nemmeno immaginabile”. In quel caso dove andreste a vivere? “Con mio cognato: sono già quattro in 70mq, con noi saremmo in otto. Così aumenterebbe il rischio contagio? L’alternativa è finire in mezzo a una strada”.

Secondo Patriarca, “alcuni sindaci e il presidente De Luca stanno sottovalutando un problema che ha immediate ripercussioni non solo sull’ordine pubblico ma anche sul fronte sanitario. In un contesto di eccezionale gravità, come quello che stiamo vivendo, non si può ragionare solo sui tecnicismi e sulle procedure: serve buon senso”. “Peraltro – continua Patriarca – c’è una mozione che punta alla regolamentazione delle demolizioni votata all’unanimità nella passata legislatura che attende ancora applicazione”. La mozione indicava delle priorità all’azione delle ruspe, mettendo all’ultimo posto le cosiddette ‘prime case’ abitate da famiglie che non hanno un altro posto dove risiedere. “Da De Luca vorremmo una moratoria fino alla fine dell’emergenza Covid”, conclude il consigliere regionale.

Raffaele Cardamuro, nella sua duplice veste di responsabile dipartimento case di Forza Italia e presidente dell’associazione ‘Io Abito’, è tra i principali animatori della protesta. Dieci anni fa la sua casa abusiva di Bacoli fu rasa al suolo. “E’ assurdo che a fronte di misure restrittive di quarantena si possa ritenere di poter effettuare sgomberi forzati, è un controsenso assurdo”. E cita il caso di una casa di Quarto “che paradossalmente su ordine della Procura, il 10 novembre sarà abbattuta, nonostante abbia una licenza edilizia in sanatoria rilasciata nel lontano 1997 dal Comune”.

Gli abbattimenti programmati in provincia di Napoli entro la fine dell’anno sono una ventina. La punta dell’iceberg di circa 300mila sentenze di condanna penale irrevocabile alla demolizione, più altre 50mila di tipo amministrativo, nella sola Campania. I vincoli di una legge regionale della giunta Bassolino hanno reso inapplicabile il condono Berlusconi in larghe fette della regione. Dunque, bisognerebbe buttare giù tutto. Impossibile, ovviamente. Per le ripercussioni sociali e di tenuta dell’ordine pubblico. Così sindaci e magistratura si rimpallano competenze e oneri di intervento. Ed ora c’è il virus.

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