La seconda ondata ha convinto città e regioni, soprattutto quelle dove la curva negli ultimi giorni si è impennata più che in altre, a tornare a chiudere. Alcune Regioni, così come fatto già lunedì dalla Lombardia, stanno chiedendo il consenso del ministro della Salute, Roberto Speranza, per “tutelarsi” in merito ad ulteriori strette e provvedimenti di zone rosse. L’idea è quella di una concertazione e della maggiore condivisione possibile su eventuali nuove misure da prendere, anche se a livello territoriale. “Per zone”, insomma. Per ora non si parla di lockdown esteso ma, grazie anche a quanto consentito dall’ultimo Dpcm, di chiusure restrittive e localizzate, come ha deciso di fare la Regione Piemonte, che renderà off limits nel fine settimana i centri commerciali non alimentari. Stretta ancora più forte in Campania, mentre anche la Liguria vara la didattica a distanza e a Genova arrivano divieti per molte aree della città. Tutto sotto la supervisione del governo che è “al lavoro per raccordare interventi territoriali mirati”, si apprende da fonti del ministero per le Autonomie guidato da Francesco Boccia, che ha sentito al telefono quasi tutti i governatori per un raccordo ulteriore, e sta fornendo il proprio sostegno. L’obiettivo resta “tutelare al massimo lavoro e scuola, ma intervenire territorialmente dove ci sono criticità”. Misure sono attese anche in diverse città, comprese Roma e Torino.

In Liguria didattica a distanza al 50% – Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti firmerà un’ordinanza che da lunedì imporrà il divieto totale di assembramento ovunque nell’intero territorio regionale per bloccare la crescita del contagio Covid, che oggi ha fatto segnare oltre 900 nuove positività. “Vietiamo alle persone di stazionare in gruppi, da parte dei cittadini c’è bisogno del massimo rigore e attenzione per nei comportamenti”, sottolinea Toti. Esteso in tutta la Liguria il divieto assoluto di manifestazioni di ogni genere. Da lunedì nelle scuole superiori si passerà, a parte per le prime classi, alla didattica a distanza a rotazione per il 50% degli studenti “al fine di consentire un ulteriore riduzione dell’affollamento dei mezzi pubblici e un minor affollamento davanti alle scuole”.

A Genova 4 aree off limits – In quattro aree di Genova invece si va verso una “chiusura” della circolazione al pubblico “dalle ore 21 fino alle 6 del mattino”, ha annunciato il sindaco Marco Bucci. Il provvedimento è “sotto esame ora con la ministra degli Interni Lamorgese, concorderemo assieme al prefetto e alla ministra le modalità”, ha spiegato. In tali aree “si potrà circolare soltanto se si va in uno specifico esercizio commerciale, in un ristorante o in un bar”. Bucci ha anticipato che le aree coinvolte saranno quelle del centro storico, del quartiere di Sampierdarena nella parte tra via Cantore e il mare e di Certosa. “Ci si potrà spostare per raggiungere la propria abitazione o un ristorante ma non si potrà stare in giro e sostare”, ha chiarito Bucci. “Non ci saranno dei posti di blocco all’ingresso e all’uscita dei quartieri – ha continuato – ma dei controlli intensivi da parte delle forze dell’ordine sì”.

La stretta di Roma e Torino – Anche Roma ragiona di chiusure di porzioni di piazze della movida per evitare assembramenti e agevolare con ‘corridoi naturali’ l’afflusso agli esercizi commerciali: è quanto emerso da una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal prefetto Matteo Piantedosi, a cui hanno partecipato i vertici delle forze dell’ordine della Capitale, la sindaca Virginia Raggi e la polizia locale. In particolare sarebbe stato stabilito che l’attuazione delle misure previste dall’ultimo Dpcm riguardo la chiusura di piazze della movida avverrà in sede di Comitato e poi successivamente potrebbero essere recepite con un’ordinanza del sindaco. Tra la aree ‘off limits’ potrebbe esserci Campo de Fiori, con una perimetrazione della zona centrale attorno alla statua dove abitualmente si radunano le persone. Stretta sulla movida anche a Torino, a partire dalle zone considerate più critiche. La sindaca di Torino, Chiara Appendino, firmerà mercoledì l’ordinanza relativa allo stop della movida dalle 21 a partire da piazza Santa Gulia, via Matteo Pescatore e piazza Montanaro. “Iniziamo con queste aree – spiega la prima cittadina – valutando man mano la situazione per tarare al meglio i provvedimenti ed estenderli eventualmente ad altre zone”. La sindaca ha annunciato anche, prima dell’ordinanza, ulteriori approfondimenti con la ministra Lamorgese, i presidenti di circoscrizione e le associazioni di categoria.

Dall’Alto Adige ad Altamura – Da martedì mattina le scuole e gli asili di Sestu, nella Città metropolitana di Cagliari, sono stati chiusi, così come i baby parking, le palestre, le biblioteche e le piazze attrezzate con giochi. Non solo. Sino al 29 sono state sospese anche le manifestazioni culturali e sportive e tutti gli eventi pubblici e privati. Il mini lockdown deciso dalla sindaca Paola Secci è legato all’impennata di casi, passati da 15 a 37 in pochi giorni. Molto a rischio sempre nelle città, ma soprattutto nei centri minori, i mercatini rionali o – tra poche settimane – quelli dedicati alle festività natalizie. È già accaduto a Gorizia, dove quest’anno non si terranno la consueta Fiera di Sant’Andrea (sia il mercatino, sia le giostre) e non verrà allestita la pista per il pattinaggio sul ghiaccio nella centrale piazza della Vittoria. Annullati definitivamente i mercatini di Natale anche in Alto Adige, come ha fatto sapere il governatore Arno Kompatscher, che ha annunciato la chiusura dei bar alle 23 e delle sale gioco alle 18. Niente mercatini anche a Trento, ha fatto sapere il primo cittadino Franco Ianeselli. L’accelerazione dei contagi porta i municipi a compiere gesti drastici, come è successo ad Altamura (Bari), dove sono stati annullati i consigli comunali e le riunioni delle commissioni in presenza. E i lavori proseguiranno solamente online. Altamura al momento è uno dei comuni pugliesi con più contagi da Covid: 260 persone sono in isolamento domiciliare, 7 ricoverate.

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