Il Piemonte chiude nel fine settimana i centri commerciali. L’ordinanza è già pronta e il governatore Alberto Cirio la firmerà “entro questa sera”. Il presidente della Regione ha spiegato che saranno chiusi i centri commerciali non alimentari su tutto il territorio regionale: “Teniamo aperti solo alimentari e farmacie, i generi di prima necessità”. La misura ricalca quanto prevedrà anche l’ordinanza del governatore Attilio Fontana in Lombardia, dove oltre al coprifuoco dalle 23 alle 5 sarà prevista anche la chiusura dei centri commerciali nel weekend. In Piemonte invece è prevista un ulteriore provvedimento all’interno della nuova ordinanza: metà delle lezioni per gli alunni delle scuole superiori si svolgeranno a distanza a partire da lunedì 26 ottobre.

“Andiamo verso valutazioni che pongono delle restrizioni che riguarderanno per il nostro Piemonte i centri commerciali. Entro questa sera firmerò un’ordinanza che chiude i centri commerciali sabato e domenica su tutto il territorio regionale e che quindi tiene aperta solo la parte alimentare e le farmacie, i generi di prima necessità”, ha spiegato Cirio ai microfoni di Tagadà su La7. “Far pagare a tutti è sbagliato ma occorre intervenire in maniera più chirurgica, per questo questa sera incontreremo sindaci e presidenti di provincia per avere misure più mirate”, ha osservato ancora Cirio.

Gli ingressi e le uscite scaglionate a scuola non sono misure sufficienti, secondo la Regione, a frenare il contagio tra gli studenti, arrivato in Piemonte a 1155 casi positivi in un mese. L’ordinanza che Cirio si appresta a firmare introduce così – come hanno anticipato i sindacati – l’obbligo per le classi dalla seconda alla quinta della scuola secondaria di secondo grado, di seguire per almeno il 50% dei giorni la didattica digitale a distanza, in alternanza con la presenza in aula. Il provvedimento riguarda all’incirca 135mila ragazzi. Lo precisa lo stesso governatore Cirio nel corso di una conferenza stampa virtuale: “L’obiettivo è quello di avere 75mila ragazzi in meno in giro sui mezzi pubblici – spiega – perché se la scuola è un luogo sicuro non possiamo dire lo stesso per i trasporti“.

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