La famiglia e i suoi avvocati avevano sperato nella fine di un incubo che dura dal 7 febbraio, 8 mesi esatti, ma il Tribunale del Cairo ha confermato oggi il rinnovo di 45 giorni della detenzione preventiva per Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna arrestato all’aeroporto della capitale nordafricana con l’accusa, tra le altre, di propaganda sovversiva su Facebook. A dare notizia della decisione dei giudici è stato il suo avvocato, Hoda Nasrallah: la “Corte d’Assise riunita presso la Facoltà per sottufficiali a Tora ha rinnovato il carcere per lo studente Patrick Zaki di 45 giorni”, ha precisato.

Così, il giovane attivista rimarrà per un altro mese e mezzo dietro alle sbarre della prigione di Tora, nella famigerata Sezione Scorpion dedicata agli oppositori politici, senza un processo e una pericolosa esposizione al coronavirus, come raccontato anche a Ilfattoquotidiano.it da alcuni testimoni che hanno potuto raccogliere notizie da fonti interne alla struttura detentiva. Un rischio che crea preoccupazione tra i familiari, visto che Zaki è anche un soggetto asmatico.

In mattinata, la stessa Nasrallah aveva dichiarato di sperare nella liberazione, ma per poter conoscere l’esito della sentenza, che non è stata comunicata alle parti nell’aula del tribunale, ha dovuto recarsi in Procura: “Abbiamo appena lasciato il tribunale, non conosciamo la decisione finale. Andremo in Procura per cercare di scoprirlo e lo faremo sapere”, aveva detto.

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