L’accusa nei confronti del cardinale Angelo Becciu è durissima. Secondo quanto riporta L’Espresso, l’allora sostituto della Segreteria di Stato a cui ieri Papa Francesco ha chiesto di dimettersi da prefetto della Congregazione delle cause dei santi e rinunciare ai diritti del cardinalato ha dirottato più volte i soldi della Cei e dell’Obolo di San Pietro in direzione di suoi familiari. Ma Becciu si dice pronto a querelare il settimanale accusandolo di aver scritto “falsità assolute”. Finanziamenti a fondo perduto in favore della cooperativa Spes, braccio operativo della Caritas di Ozieri, in provincia di Sassari, diocesi originaria di Becciu, di cui titolare e rappresentante legale è il fratello Tonino, sarebbero stati chiesti e ottenuti dal cardinale tre volte. La prima nel settembre 2013, 300mila euro per ampliare l’attività e ammodernare il forno. La seconda, nel gennaio del 2015, destinando alle casse della cooperativa altri 300mila euro dopo un incendio. Fondi che, stando alle accuse, sarebbero stati presi dall’otto per mille. La terza e ultima richiesta parte nell’aprile 2018: 100mila euro a fondo perduto per gli adeguamenti delle strutture per l’accoglienza dei migranti. E questa volta i fondi sarebbero stati presi dall’Obolo di San Pietro, all’epoca sotto il diretto controllo di Becciu.

Ma il cardinale a ilfattoquotidiano.it ribatte: “Non ho dirottato i soldi. La diocesi di Ozieri ha fatto una richiesta di aiuto per la cooperativa Spes, soprattutto per un forno di giovani disoccupati e la Cei l’ha regolarmente concesso. Dove è il male? Certamente io li avrò raccomandati, ma dove sta il male? Tanto più che quello che entra va nel fondo Caritas e quindi è controllato dal vescovo. Successivamente, un incendio distrusse tutto e i giovani chiesero di nuovo un aiuto alla Cei. Tanto più che l’assicurazione che ottennero dopo l’incendio fu una cifra irrisoria, soltanto 30mila euro. Per quanto riguarda i 100mila euro dal fondo destinato alle opere di carità di cui in quanto sostituto potevo disporre mi domando anche qui dove è il male? Stavo destinando degli aiuti a vari enti e mi sono detto una volta tanto potrei aiutare anche la mia diocesi e fu destinato alla Caritas di Ozieri. Però, secondo l’accusa, questi 100mila euro sarebbero stati utilizzati dalla cooperativa per i suoi profitti. È falso perché i soldi sono ancora nel fondo cassa della Caritas. Il vescovo ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che quella cifra è ancora a disposizione della Caritas in attesa di un progetto ben definito per il loro utilizzo”.

Da Casa Santa Marta confermano a ilfattoquotidiano.it che sono state queste accuse e non l’inchiesta sul lussuoso palazzo di Londra acquistato dalla Segreteria di Stato a spingere Francesco a chiedere a Becciu di fare un duplice passo indietro. Un’udienza di tabella, come si chiama tecnicamente l’incontro settimanale tra il Papa e i principali capi dicastero che lo incontrano a quattr’occhi per motivi di ufficio, che si è trasformata in una resa dei conti. Il cardinale si è presentato da Bergoglio sereno e ignaro di quello che di lì a poco sarebbe successo. Nella cartella i decreti dei candidati alla beatificazione e alla canonizzazione da far approvare al Papa. Tutto secondo copione con un’agenda di celebrazioni abbastanza fitta dopo il lockdown per la proclamazione dei nuovi beati. Ma Francesco aveva già deciso e ha subito chiesto a Becciu di rinunciare ai diritti del cardinalato. Perdendo così il voto sia attivo che passivo in un eventuale conclave. Una pensione anticipata, insomma, per un uomo che fin dall’elezione al pontificato di Bergoglio è sempre stato fedele al Papa latinoamericano. Così come lo era stato in precedenza a Benedetto XVI gestendo le fasi non meno delicate di Vatileaks 1, di cui si era macchiato il maggiordomo di Ratzinger, Paolo Gabriele, e poi delle dimissioni del Pontefice tedesco.

Becciu non nasconde la sua amarezza e la sua sorpresa per un provvedimento totalmente inaspettato e di gravità inaudita: “Sono sconvolto. Turbato. Un colpo per me, per quanti mi conoscono e mi stimano e per la mia famiglia. Per spirito di obbedienza e per amore che porto alla Chiesa e al Papa ho accettato la sua richiesta di farmi da parte. Ma sono innocente e lo dimostrerò. Chiedo al Santo Padre di avere diritto di difendermi”. E aggiunge: “Sul palazzo di Londra non hanno trovato niente e mi stanno accusando di fatti che non hanno nessuna valenza di reato. Posso aver sbagliato per troppo amore alla mia diocesi, ma io non ci vedo il reato. Sono pronto a gridare la verità”.

Twitter: @FrancescoGrana

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