Atlantia va avanti per la sua strada. Con una breve lettera il gruppo conferma che ha avviato la procedura per la cessione dell’88% di Aspi, o attraverso quotazione o con vendita diretta rivolta anche alla Cassa depositi e prestiti. Una risposta alla missiva inviata giovedì dalla stessa Cdp: la holding in mano per il 30% ai Benetton ribadisce la richiesta di un’operazione che avvenga a prezzi di mercato e senza sconti. La controllata del ministero dell’Economia invece chiede la manleva sui danni provocati dal crollo del Ponte di Genova. In sostanza, eventuali risarcimenti stabiliti in sede di giudizio civile per il disastro del Morandi resterebbero a carico dei Benetton e degli altri vecchi soci. Senza questa condizione, fanno sapere fonti di Cdp all’Ansa, Atlantia chiude di fatto a ogni possibilità di proseguire nella trattativa su Aspi. E torna sul tavolo l’ipotesi della revoca della concessione.

Atlantia ha risposto alla missiva inviata ieri da Cassa Depositi e Prestiti con una breve lettera, confermando la volontà di andare avanti sulla propria strada, avendo avviato oggi il “processo dual track” e indicando come termine per le offerte il 16 dicembre. Per Cdp, il testo dimostra che sono stati disattesi completamente gli impegni assunti dai due amministratori delegati di Atlantia e Aspi il 14 luglio scorso. In particolare, respingendo la richiesta di garanzie per i danni provocati dal crollo del Ponte di Genova la stessa Atlantia fa venir meno una fondamentale condizione di mercato, inderogabile per qualunque investitore di mercato, che renderebbe impossibile deliberare l’operazione i Cda.

Cdp in questi due mesi, fanno notare le stesse fonti, ha portato avanti un tavolo negoziale volto a perseguire un’operazione di mercato. La disponibilità di Cdp nei confronti della controparte a trovare soluzioni di ragionevole compromesso e di mercato è stata massima. Nel corso della trattativa, Cdp ha accolto gran parte delle richieste avanzate da Atlantia ed è rimasta ferma sulla necessità di ottenere garanzie di mercato, come avviene in ogni operazione di trasferimento azionario, sui rischi collegati a un evento certo, cioè il crollo del Ponte Morandi, che ha provocato danni enormi. Nonostante l’apertura e la disponibilità dimostrata – proseguono le fonti – l’atteggiamento di Atlantia dopo la lettera del 14 luglio è stato dilatorio nei fatti e nei contenuti delle controproposte avanzate.

“Atlantia non ha disatteso alcun tipo di impegno”, replicano fonti del gruppo dei Benetton, citate da Adnkronos, aggiungendo che “Cdp è stata invitata tempestivamente a prendere parte a questo percorso”. “La richiesta di manleva voluta da Cdp non esiste nell’ambito delle grandi operazioni di mercato del mondo infrastrutturale. Nella lettera di impegni inviata da Atlantia lo scorso 14 luglio al governo, peraltro, non è prevista alcun tipo di manleva”, dicono le stesse fonti. “Nella process letter inviata a Cdp e a tutti gli altri investitori è infatti esplicitato chiaramente – proseguono ancora le fonti vicine alla holding – che Atlantia non rilascerà alcun tipo di garanzia relativamente ad Aspi, sulla base del principio della parità di trattamento di tutti gli investitori. Le eventuali decisioni di Cdp non sono dunque afferibili alle scelte trasparenti e di mercato operate dal Cda di Atlantia”.

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