Thom Yorke viene a sposarsi a Bagheria per avere tremila euro da Musumeci?”. La domanda impazza oggi sui social in vista del matrimonio brit-siculo tra il frontman dei Radiohead e l’attrice Dajana Roncioni. Il lieto evento segue di poco, infatti, il grande annuncio del governo di Musumeci, che ha stanziato tremila euro alle coppie che decideranno di sposarsi in Sicilia. Da adesso fino al 31 luglio basterà dire di sì in terra di Trinacria per avere l’incentivo. Ovvero per immergersi nel barocco e affogare lo sguardo nel mare siculo, risparmiando tremila euro a coppia. Tanto è disposta a pagare la Regione siciliana per scuotere gli indecisi e spingerli ad ufficializzare il proprio amore. La misura finanziaria appena varata dal governo Musumeci non è, infatti, il frutto di un improvviso slancio romantico. È un espediente, invece, ben ragionato e quasi spoetizzante per dare una scossa alla claudicante economia siciliana.


Per questo il governo Musumeci non ha dubbi e stanzia 3,5 milioni di euro per i matrimoni che saranno celebrati sull’Isola. Religiosi o civili poco importa, l’importante è la stima economica: “Crediamo che il nostro contributo di 3,5 milioni di euro riuscirà a sviluppare un fatturato complessivo di circa 40, 50 milioni fino alla durata della misura di sostegno e cioè fino al 31 luglio 2021”, avverte l’assessore siciliano al Bilancio, Gaetano Armao. Una misura per fare fronte alla crisi dovuta al Covid che ha affossato il settore “matrimoni”, una delle poche realtà economiche floride dell’Isola: “Un settore che a Cupertino sarà meno rilevante che in Sicilia – ironizza Armao – ma qui è un motore importante e va aiutato”. I wedding planner, che hanno fondato alcune tra le microimprese più fiorenti della Trinacria. Il catering: dai fornitori ai camerieri. L’affitto delle location: dalle splendide ville barocche agli alberghi, perfino ai musei diventati, come nel caso del Mandralisca di Cefalù, setting per scambiarsi l’eterna promessa. A chiudere l’elenco, infine, quelli forse più inginocchiati dallo stop per il Covid: musicisti, stilisti e fotografi. Sono rimasti tutti fermi quest’anno, salvo una piccola ripresa in calcio d’angolo, a settembre, ma con perdite personali importanti, giurano: “Quest’anno siamo riuscite a lavorare solo per un matrimonio, di solito andiamo su una media di 12 l’anno, tutti di stranieri, che durano, cioè, per diversi giorni e prevedono parecchi eventi”, sottolinea Simona De Salvo che assieme alla socia inglese, Emma Mell, ha dato vita a Sicilian Wedding Day, una società di organizzazione per matrimoni siciliani rivolta soprattutto al mercato estero. A sposarsi con loro quest’anno, nonostante la pandemia, in Sicilia, soltanto una coppia olandese che ha rinviato da maggio a settembre il fatidico sì. Location ideale per questi tempi di misure anti Covid è stata la splendida chiesa gotica di Ortigia, San Giovannello, completamente priva del tetto, ma non del fascino del monumento. “Ma si pensi che il grosso dei matrimoni che avevamo in programma – continua De Salvo – era di coppie americane. Vale a dire che quando abbiamo finto noi il lockdown il loro era appena iniziato: circa il 50 per cento ha deciso di posticipare, gli altri hanno completamente annullato l’evento, il risultato è che quest’anno a fronte di un fatturato pari a zero io e la mia socia pagheremo 7 mila euro di contributi”.

Eppure è proprio grazie al Covid e quindi al mancato pagamento dei mutui, che la Regione Sicilia riesce a fare cassa: “Sono 13,5 milioni di minori uscite per i mutui 2020 ottenuti dal serrato negoziato con lo Stato che in prima battuta aveva previsto la misura per le regioni ordinarie e non per quelle a statuto speciale come la nostra – spiega Armao – un risparmio che c’ha permesso, tra le altre cose, di dare un incentivo ai matrimoni e a tutto l’indotto che ne deriva, ma di questi, altri 5 milioni andranno al settore dello Spettacolo e 5 a Riscossione Sicilia (l’azienda siciliana per riscossione dei tributi, ndr)”.

In un’Isola con poche aziende di peso, dove i grandi magazzini o stentano ad aprire (come la Decathlon a Palermo) oppure minacciano di chiudere (come, sempre nel capoluogo, la Rinascente), gli incentivi siculi sono per un settore che sebbene, per ovvi motivi, sia proiettato verso il futuro, non pare brillare per innovazione. Ma è il momento, intanto, di arginare le perdite lì dove le entrate parevano sicure: “Va bene questo aiuto, ma a noi servirebbe di più, si pensi anche ad aziende come la nostra che si ritrovano completamente in ginocchio ma a dover pagare lo stesso i contributi”, rincara De Salvo. L’incentivo, è infatti solo per gli sposi mentre per tutte le aziende legate a questo settore “ci sono altre soluzioni cumulabili a questa: possono chiedere altri incentivi previsti in altre misure”, assicura l’assessore di Forza Italia. Che ammette: “Tremila euro a matrimonio è chiaro che non basta, ma vuole essere un incoraggiamento a non rinviare ancora di unirsi in matrimonio: sono stati tanti, vista l’emergenza sanitaria, a prendersi più tempo, con questo risparmio speriamo si convincano a non rinviare ulteriormente perché altrimenti non potrebbero godere di questo risparmio”.

La Regione Sicilia invita ad unirsi in matrimonio, infatti, ma solo entro il 31 luglio. Tutto, insomma, per salvare il 2021, dopo che l’ultima stagione ha lasciato a terra anche i Comuni, Taormina in primis, regina indiscussa dei matrimoni siculi. Si pensi che l’Hotel San Domenico, rimasto chiuso per anni, fece una piccola pausa dalla chiusura, riaprendo soltanto per una settimana per celebrare un matrimonio giapponese: “Siamo felici di accogliere i tanti che da fuori decidono di celebrare la loro unione nella nostra città”, ha sottolineato il sindaco Mario Bolognari, celebrando rigorosamente con la mascherina in volto, lo scorso sabato, un matrimonio nello splendido Palazzo dei Duchi di Santo Stefano. D’altronde anche Francis Ford Coppola scelse una location non lontana dalla perla dello Jonio per quello che con tutta probabilità è il matrimonio siculo più conosciuto al mondo, sebbene “finto”, ovvero quello tra Michael Corleone e Apollonia, tra le scene più memorabili del primo film della saga de Il Padrino, girate nella vicinissima Savoca. E dopo lo spot mondiale firmato Coppola, a dare una potentissima spinta alla notorietà della Sicilia come setting per il grande passo, ben prima di Yorke e consorte, era stato l’evento più celebre del 2018: il sì tra Chiara Ferragni e Fedez. Più di 2 milioni di follower hanno seguito sui social la festa prima del sì a Palazzo Nicolaci, poi il rito a Palazzo Ducezio e il ricevimento immersi nel verde della campagna siracusana. Tra barocco e natura, l’Isola è gravida di scenari da sogno. Ai quali adesso si aggiunge anche l’incentivo del governo regionale: ma basteranno 3 mila euro di risparmio a coppia per superare la paura del contagio? La coppia olandese, un po’ come i Ferragnez, dopo il rito nella splendida chiesa senza tetto di Ortigia, ha continuato i festeggiamenti nella campagna della provincia aretusea. Peccato che ad avere il coraggio di attraversare un’Europa in piena escalation di contagi siano stati solo 11 invitati. Ne avranno di più Yorke e Roncione, che si sono giurati amore eterno nel contesto monumentale di Villa Valguarnera a Bagheria. Regalando all’Isola, senza la spinta dei tremila euro, nuova visibilità: “Nonostante tutte le difficoltà causate dalla pandemia globale – ha detto Yorke – siamo orgogliosi e felici di sposarci qui in Sicilia”.

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