Turismo italiano, estate 2020. Bollettino di guerra o poco ci manca. Chi ha avuto modo di trascorrere qualche giorno in una delle poco affollate città d’arte del nostro paese se ne sarà reso conto anche da solo. Oggi l’Unione Nazionale Consumatori mette nero su bianco alcune cifre, elaborando i dati Istat sull’inflazione di agosto e calcolando la riduzione dei prezzi di alberghi e alloggi innescato dal crollo delle presenze dovuto alla pandemia. La regina del turismo italiano, Venezia, accusa addirittura un – 22%, una flessione record. Firenze e Bologna registrano cali di oltre il 7%, Roma contiene il ritocco dei listini alberghieri ad un – 4,5%.

Tra le città più piccole colla Trapani, dove un alloggio si paga quasi un terzo in meno rispetto all’agosto del 2019. Pesanti flessioni anche a Grosseto, Lucca e Rimini dove i prezzi scendono di oltre il 10%. Dall’altra parte della classifica, i rialzi annui più alti sono stati a Parma (+11,4%), Cosenza (11,1%) e Cuneo (+8,4%). A livello medio nazionale le flessione è del 2,1%. A livello di regioni a ridurre mediamente di più i prezzi sono stati gli alberghi della Toscana (- 6,7%), seguiti dagli hotel del Veneto (- 6,5%) e della Liguria (- 6,5%). Camere più care invece nel Trentino Alto Adige, con il rialzo record del 5,3% ed in Campania, +4,1%”.

Situazione diversa per i ristoranti che hanno invece aumentato lievemente i prezzi, più o meno in tutto il territorio nazionale, con rincari medi del 2,1%. I rialzi maggiori a Trapani (+4,6%), Grosseto (+4,2%) e Pordenone (+3,9%). per quanto riguarda le regioni stabili i prezzi solo in Valle d’Aosta. I maggiori rincari in Friuli-Venezia Giulia (+2,7%) e Trentino (+2,1%).

Secondo le prime stime dell‘Ente nazionale per il turismo il 2020 si chiuderà con ricavi da arrivi esteri a 24 miliardi di euro, circa 20 miliardi in meno rispetto al 2019, solo in parte compensati dall’aumento delle presenze domestiche. L’impatto naturalmente è più pesante nelle città, Roma, Venezia e Firenze, dove gli stranieri la fanno da padrone. Lo stop agli arrivi dagli Usa in particolare, ha inflitto un colpo durissimo a queste città. Impressionanti i dati di Federturismo secondo cui il 70% degli hotel di Roma o Firenze non avrebbe più riaperto dopo il lockdown.

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