La possibilità di uscire di casa per due ore al giorno regala un testimonial d’eccezione alla propaganda per il No al referendum sul taglio dei Parlamentari. Roberto Formigoni, ex governatore della Lombardia condannato a cinque anni e dieci mesi per corruzione, sarà tra i relatori della maratona per il No al referendum in programma a piazza San Babila, a Milano, sabato 12 settembre. “Meno parlamentari vuol dire più potere ai capibastone dei partiti”, dice con fervore il difensore delle poltrone in Parlamento, dall’altro dei suoi sei mandati tra Camera e Senato e quattro al vertice del Pirellone. Ma uno che è ai domiciliari dopo una condanna per corruzione non teme contestazioni ad andare in piazza per difendere i mille posti dei parlamentari? “Se capiterà, capiterà. Mi è successo tante volte…Sono un vecchio leone”, ma “mi auguro però che non ci siano problemi. Non per me, ma per non danneggiare una causa giusta”, dice lui al Corriere della Sera, che ha dato notizia del ritorno del “Celeste” nell’agone politico.

Un ritorno dovuto al permesso ottenuto dal giudice, che gli ha concesso di uscire di casa per 120 minuti al giorno. “Tutti i santi giorni sfrutto ogni minuto delle due ore che mi sono concesse per uscire. Incontro la gente e tengo rapporti sperando di poterlo fare un giorno anche di più”, spiega l’ex governatore. Che tornerà a parlare tra gli ex nemici. All’evento di sabato, infatti, sono previste dieci ore di interventi con una scaletta in continua evoluzione e un pubblico trasversale: dall’estrema sinistra ai simpatizzanti di centrodestra fino ai Radicali, che organizzano la manifestazione e che sono stati feroci avversari di Formigoni negli anni al vertice della Regione Lombardia. Sul palco si daranno il cambio il capogruppo di Forza Italia a Milano Fabrizio De Pasquale e il presidente locale dell’Anpi Roberto Cenati. E poi pure esponenti della giunta di Giuseppe Sala, come Lorenzo Lipparini, assessore dei Radicali, che alle regionali del 2010 sollevò il caso delle presunte firme false nelle liste dell’ex governatore e sul Celeste ha scritto pure una biografia non autorizzata: lo aveva ribattezzato “Firmigoni“. Oggi non si sbilancia: “Formigoni è uno dei tanti e staremo asentire cosa ha da dire. Oggi comunque possiamo condividere un’iniziativa senza disagio”. “Incredibile: Formigoni è agli arresti domiciliari e va in piazza a fare comizi durante l’ora di permesso. Sembra una barzelletta, invece è la triste realtà. Ed è un’altra, l’ennesima, ragione per votare Sì al referendum sul Taglio dei parlamentari del 20 e 21 settembre”, scrive su Twitter il capo politico ad interim del M5S, Vito Crimi.

Condannato in via definitiva per il caso Maugeri nel febbraio del 2019, condotto nel carcere di Bollate, Formigoni ha ottenuto i domiciliari nel luglio dell stesso anno. I suoi avvocati, Luigi Stortoni e Mario Brusa, avevano sollevato la questione dell’irretroattività della legge Spazzacorrotti, che ha imposto una stretta alle misure alternative al carcere per i pubblici ufficiali condannati per corruzione, anche se ultrasettantenni. Il Tribunale di Sorveglianza aveva ritenuta “adeguata” la misura domiciliare per “molteplici fattori a partire dall’età” concedendo dunque all’ex governatore gli arresti casalinghi a casa di un amico.

All’ex presidente della Regione Lombardia – che si è sempre dichiarato innocente – è contestata una corruzione fatta di cene, viaggi e gite in barca. Divertimenti e anche un acquisto agevolato di una villa in Sardegna. Tutto pagato con i soldi fuoriusciti dalla casse dell’istituto Maugeri di Pavia e dell’ospedale San Raffaele di Milano. La vicenda riguarda 6,6 milioni di euro. Per l’accusa, parte del denaro è ancora al sicuro a Panama, a Malta, alle Seychelles e alle Bahamas. Il Celeste dichiara invece di non avere nessuna entrata economica essendogli stati sequestrati beni, conti correnti e ora anche pensioni e vitalizi.

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Referendum, i ‘mandanti’ del No temono un duro colpo al sistema di potere

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