Il testo è scarno, di quelli propri dei comunicati che devono dire abbastanza ma non troppo: “Il gruppo M5S I Municipio Centro Storico di Roma comunica che da oggi sospende ogni attività ed iniziativa relativamente alla prossima campagna referendaria sul taglio dei parlamentari. Tale sospensione continuerà anche per le future elezioni comunali 2021 di Roma incidendo altresì sulla presentazione della lista candidature del nostro territorio. La presente decisione del gruppo è nata al fine di ottenere un sincero e proficuo confronto con i cosiddetti ‘vertici del Movimento’ su valorizzazione e considerazione dei gruppi territoriali di attivisti”.

A leggerlo così, sembrerebbe un totale disastro territoriale del Movimento, laddove gli stessi attivisti si sono rotti i cosiddetti delle decisioni calate dall’alto o, al massimo, tramite una sempre non certificata votazione su Rousseau. L’‘Uno vale uno’ che proclamò Grillo ormai è una simpatica barzelletta che si racconta ai bambini per farli dormire. Ripetendola molte, molte volte, la frase porta indiscutibilmente alla letargia.

La bomba del Primo Municipio dice che nessuno si impegnerà per fare propaganda per il Sì al Referendum ma neanche alle Comunali prossime venture, finché quelli che dovrebbero essere ‘portavoce’ e che oggi sono definiti i ‘vertici’ non si daranno una mossa a farsi vedere e sentire sui territori.

L’insoddisfazione è densa come una nebbia in val Padana e non a caso proprio in queste ore Rousseau incita i singoli iscritti a darsi da fare per organizzare banchetti pro Sì in tutti i comuni. A Roma i ‘vertici’ hanno mandato in avanscoperta il più incolpevole dei parlamentari, Francesco Silvestri, uno dei pochi che si ricorda da dove viene e dove dovrebbe andare come portavoce. Tra l’imbarazzato e l’aggressivo se la prende con il solito Messaggero per avere ‘distorto l’importante contributo del Primo Municipio per gli Stati Generali’.

Sostiene Silvestri che la richiesta degli attivisti nasce dal forte attaccamento al Movimento. Strano attaccamento, quello dimostrato da un comunicato che sospende ogni attività. Peraltro senza avanzare alcuna richiesta. Semmai una pretesa, sacrosanta, di vedersi riconosciuto un ruolo all’interno di quello che è diventato un partito a tutti gli effetti.

Silvestri dice di sposare la causa (che altro potrebbe fare?) dandole la coloritura di una svolta nell’organizzazione del Movimento. Svolta che tuttavia i famosi ‘vertici’ per adesso intendono solo come stracciamento della regola dei due mandati, quella che per Gianroberto Casaleggio era imprescindibile e assoluta (‘ogni volta che deroghi a una regola, in pratica la cancelli’). Guarda caso già Luigi Di Maio manda in circolo pensierini personali nei quali auspica una nuova leadership ‘forte’ del Movimento (chi, se non lui?).

Vediamo se e quando questi agognati Stati Generali arriveranno e se verranno pilotati dai ‘vertici’ come molte decisioni importanti degli ultimi mesi. Se così fosse, si potrà parlare al massimo di “Stati Colonnelli”, quelli a cui riconoscono il grado superiore solo quando vanno in pensione.

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