Il governo accelera sulla rete unica. Durante un vertice di maggioranza a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte è arrivato un via libera unanime al percorso individuato da Cdp e Tim per la costituzione della società che gestirà le infrastrutture della rete a banda larga. Il piano, che è stato illustrato all’esecutivo dall’ad di Cdp Fabrizio Palermo, prevede la limitazione dei poteri di controllo dell’ex monopolista, che pure manterrebbe la maggioranza nel capitale. La Cassa che fa capo al Tesoro avrebbe dunque potere di veto. Al vertice c’erano anche Stefano Patuanelli (ministero dello Sviluppo), Paola Pisano (Innovazione), Alfonso Bonafede (Giustizia), Dario Franceschini (Cultura) e Roberto Speranza (Salute), oltre ad Andrea Orlando e Luigi Marattin. Dopo l’ok le azioni di Tim sono scattate in Borsa, segnando +3,17%.

I prossimi giorni, durante i quali continuerà l’interlocuzione tra Cdp e l’ex monopolista di cui la Cassa ha il 9,89%, saranno decisivi per limare gli ultimi dettagli. Lunedì 31 agosto è convocato il cda di Tim, che ha all’ordine del giorno il via libera all’ingresso del fondo Usa Kkr in Fibercop, nuova società a cui sarà trasferita la rete secondaria di Timi, cioè quella che va dall’armadietto di strada fino alle case. È il primo passo: quello successivo dovrà coinvolgere Open Fiber, di cui Cdp è azionista al 50% mentre il resto è di Enel. L’idea è che la Cassa e il gruppo dell’energia elettrica entrino a loro volta in FiberCop portando in dote la rete in fibra sviluppata finora, pur molto indietro rispetto agli obiettivi della Strategia varata nel 2015. La quota di Enel – per la quale è in arrivo l’offerta del fondo Macquarie – verrebbe rilevata da Tim e Kkr. In parallelo Tim conferirebbe a FiberCop anche la propria rete principale, quella dai nodi agli armadietti. Operazioni che richiedono il via libera di Agcom e Antitrust e il vaglio della Commissione europea, anche in vista del finanziamento dello sviluppo della rete con i fondi del Next generation Eu. Ieri Bruxelles ha fatto sapere che “segue da vicino gli sviluppi dell’operazione” ma non può commentare “scenari” che sono ancora “ipotetici”.

A FiberCop, oltre a Fastweb, prenderà parte con una partecipazione commerciale anche Tiscali, che in un secondo momento potrebbe anche entrare nell’azionariato. Il progetto – si legge in una nota – consiste, in un primo momento, nel razionalizzare la rete di Tiscali creando le condizioni per agevolare la migrazione dei propri clienti sulla rete ultrabroadband di FiberCop. Gli interventi consentiranno inoltre a Tiscali di ridurre in modo consistente i costi di infrastruttura di rete, evitando duplicazioni. Tim e Tiscali verificheranno successivamente la possibilità di un eventuale ingresso di Tiscali nell’azionariato di FiberCop attraverso il conferimento di apposito ramo d’azienda.

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