“Oh, è arrivato il caldo…”.
“Era ora”.
“Beh sì, dai… oh ciao”.
“Ciao”.
Segue rumore di ciabatte che si allontanano sotto il portico. Infradito, per la precisione. La mente sudata fradicia torna agli anni precedenti e rievoca nomi terribili e spiacevoli quali Scipione, Caronte, Lucifero, Etrom o la gettonatissima frase contemporanea: “Un caldo così non lo faceva dal duemilatré”.

E via coi ricordi.
E via col sudore.
Il caldista o, meglio, l’allertacaldista ama ricordare quando e quanto faceva caldo con aneddoti sempre uguali e adora fare roventi paragoni tra le diverse tipologie di afa alle quali i suoi concittadini sono sopravvissuti. Gli allertacaldisti di una certa età più al passo coi tempi, sin dalle prime ore della mattina, affollano i centri commerciali e, come bastoncini di pesce, si godono impanati il refrigerio dell’aria condizionata, conquista moderna di questi anni di crisi che, se confrontati al periodo della Seconda guerra mondiale, non si sta poi così male.

Ogni anno è così. Ogni anno l’allertacaldista dice: “Sì, perché il problema di Bologna (o qualsiasi altra città) non è tanto il caldo, ma l’umidità”. Standing ovation. E tutti a fare sì con la testa e a sfogliare opuscoli a cura del Ministero del Sudore e della Puzza di Piedi:

– Uscire di casa, possibilmente in bici senza cambio, tra le undici e le quindici. Se calvi, non indossare cappelli se non in feltro.

– Indossare camicie di flanella, scarpe col pelo e gabardini.

– Bere molto quando si esce in macchina, possibilmente vino bianco e, se possibile, assumere (con contratto a tempo determinato) psicofarmaci.

– Riempire l’ambiente domestico e quello di lavoro di secchi pieni d’acqua e ricordarsi di annaffiare le piante con l’acqua del pesce rosso che d’estate sbianca.

– Climatizzatori: occorre utilizzare alcune precauzioni e posizionare la temperatura tra i 6 e i 15 gradi. Se in casa ci sono anziani o bambini di età inferiore ai 3 anni, si consiglia di sincronizzare la temperatura con l’età del bambino (es. bambino di due anni, 2 gradi).

– Bere molti liquidi, mangiare molta frutta e verdura, non bere alcolici quando non si guida e, al calare delle tenebre, fare la cacca davanti alla porta del vostro vicino di casa o degli inquilini dei piani superiori. Se avete un giardino, di notte scendete a fare la pipì vicino a un albero oppure fatela in strada vicino ai cassonetti che fa molto bio.

– Mangiare molto, soprattutto insaccati, e porre attenzione alla conservazione domestica degli alimenti.

– Usare il potere rinfrescante dell’acqua e attaccare la Kamčatka, anche se si dispone di un solo carrarmatino.

– Conservare correttamente i farmaci, metterli in fila, possibilmente a portata dei bambini, andare in terrazza sotto il sole e giocare a briscola assumendo farmaci fatti scegliere a caso dal componente più giovane della famiglia.

– Prestate attenzione alle persone a rischio, non parlate con loro e in caso di contatto fisico usate dei bastoni. Mai le lame.

Alla fine, l’allertacaldista prende l’opuscolo, lo getta nel cassonetto e, incurante dei saggi consigli del Ministero, continua ad affrontare l’allerta caldo facendo di testa propria, ma cercando di terrorizzare il più possibile chi gli sta intorno. Col Covid poi, non lo si tiene.

Articolo Precedente

Giornata mondiale dell’amicizia: gli amici sono esseri speciali. Soprattutto quelli ‘con benefici’

next
Articolo Successivo

Coronavirus, nessuno può fare previsioni: passi Bocelli, ma i Very Serious People?

next