Il prezzo pagato dalla sua Codogno, la città lodigiana primo focolaio italiano di coronavirus, non vuole sia dimenticato. Per questo il sindaco Francesco Passerini replica a chi ora nega che il Covid esista: “Mi fanno venire l’ulcera i negazionisti – dice – Vengano quassù a vedere il nostro cimitero, magari capiscono qualcosa”. Le sue frasi arrivano a due giorni di distanza dal convegno organizzato da Vittorio Sgarbi, a cui ha partecipato Matteo Salvini. Durante l’incontro è stato sostenuto che “il virus non c’è più” e il leader della Lega si è presentato nella sala del Senato senza mascherina, rifiutandosi di indossarla anche dopo le richieste dei commessi. Passerini, eletto proprio con la Lega, al Messaggero dice: “Non ho sentito le parole di Salvini. Noi, ovviamente le usiamo” le mascherine.

“Abbiamo visto sul campo e sulla nostra pelle la pericolosità del virus. La protezione sanitaria è utile e necessaria”, spiega il primo cittadino al quotidiano romano. “Mi arrabbio quando sento persone che ancora sminuiscono i pericoli del virus o dicono semplicisticamente tutto è finito“, aggiunge Passerini. “E’ assurdo che ci sia chi fa questi discorsi. Inviterei tutti loro a farsi un giro nel nostro cimitero qui a Codogno, così potranno rendersi conto di persona che cosa vuol dire avere il coronavirus e doverlo combattere”, spiega al Messaggero. Discorsi che sono stati fatti da alcuni dei presenti al convegno organizzato da Sgarbi. Interpellato dall’Ansa, il sindaco non vuole però commentare nel merito quel convegno: “Salvini non aveva la mascherina? Non so se è stata una provocazione, non so quante persone c’erano al convegno né ho sentito cosa è stato detto“, taglia corto Passerini.

“Il coronvirus non è stata un’invenzione mediatica“, chiarisce però il sindaco della città lodigiana di circa 17mila abitanti dove è stato riscontrato il primo focolaio italiano, e “dal 21 febbraio al 18 maggio sono morte 224 persone, rispetto a una media di 80-90 negli anni passati in quel periodo”. Che poi si allinea alla Lega sulla questione della proroga dello stato di emergenza: “Ora la situazione è cambiata, è cambiata la gestione della patologia, si fanno molti più tamponi. Bisogna avere attenzione senza psicosi“, spiega dedicando un messaggio di auguri a Mattia Maestri, il ‘paziente 1’, per il suo 38esimo compleanno.

Da quel 21 febbraio, quando è iniziato lo tsunami del Covid-19, continua Passerini, “noi abbiamo sempre mantenuto la barra dritta: mascherine, disinfezione delle mani e distanziamento. Ora nel nostro territorio le terapie intensive sono vuote, da quasi due mesi non abbiamo un positivo in città e inizieremo lo screening sierologico a tappeto con almeno un test per famiglia”.
Così a Codogno si “guarda avanti vedendo sempre più luminosa la luce in fondo al tunnel” e si sta cercando di organizzare il primo evento in piazza, un concerto jazz per l’8 agosto: “Puntiamo ad avere mille persone sedute, il massimo. Ovviamente – conclude il sindaco – tutte con la mascherina: da ordinanza regionale non sarebbe un optional”.

Banchi, distanze, nuove aule da cercare: in vista dell’apertura di settembre ogni istituto sta cercando soluzioni per tornare a scuola in sicurezza. Docenti, studenti e genitori sono alle prese con problemi organizzativi che vorremmo raccontare in presa diretta. Raccontateci le vostre esperienze, segnalateci idee e progetti: li raccoglieremo sulle nostre pagine per condividere da Nord a Sud questa fase complessa e magari trasformarla in un’occasione per migliorare edifici e didattica.
lettere@ilfattoquotidiano.it

SALVIMAIO

di Andrea Scanzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

“Mascherine a scuola? Non prendiamo per il c*** i bambini”, Sgarbi sbotta in commissione Cultura. E la seduta viene sospesa

next
Articolo Successivo

Scontro Minniti-Boschi sui migranti. L’ex ministro: “C’è correlazione tra sbarchi e Covid”. Ecco cosa risponde lei

next