Il virus che causa Covid 19 si sarebbe discostato dai patogeni dei pipistrelli a lui più strettamente correlati circa 40-70 anni fa, mentre i pangolini non sarebbero stati gli ospiti intermedi nel passaggio del virus dai pipistrelli agli umani. Sono queste le ipotesi avanzate alla lettura dei risultati di un nuovo studio pubblicato su Nature Microbiology di un team della Pennsylvania State University. Dai risultati, infatti, emerge che il lignaggio che ha dato origine a Sars Cov 2 potrebbe essere circolato nei pipistrelli per decenni. Da tempo la comunità scientifica si sta domandando quale sia l’origine del Sars Cov 2, in quanto è risaputo che i coronavirus si ricombinano continuamente e piccole sottoregioni genomiche del virus possono avere origini diverse. Durante i numerosi studi sui coronavirus si è individuato il virus del pipistrello RaTg13 come quello più strettamente correlato a Sars-Cov-2, il che ha suggerito che la pandemia di Covid-19 potrebbe aver avuto origine da un pipistrello. Nel frattempo, però, si è anche scoperto un virus simile al Sars-Cov-2 nei pangolini, in particolare quello campionato nel Guangdong, il Pangolin-2019, e si è ipotizzato che ‘i formichieri squamosi’ fossero stati degli ospiti intermedi tra i pipistrelli e gli umani.

Questo nuovo studio del team guidato da Maciej Boni ha analizzato la storia evolutiva di Sars Cov 2 usando i dati genomici sui sarbecovirus (il sottogenere a cui appartiene il coronavirus di Covid 19), e ha cercato di porre un nuovo tassello nella ricostruzione della storia del virus. Per farlo, i ricercatori hanno impiegato tre approcci diversi con il fine di identificare le regioni del virus che non erano state sottoposte a ricombinazione e che potevano essere utilizzate per ricostruire l’evoluzione del patogeno. Ebbene, tutti gli approcci suggeriscono che RaTg13 e Sars-Cov-2 condividono un unico lignaggio ancestrale e stimano che il secondo virus si sia differenziato geneticamente dai sarbecovirus di pipistrello rispettivamente nel 1948, 1969 e 1982.

Gli autori hanno anche esaminato il dominio di legame del recettore (Rbd) della proteina Spike, che consente al Sars Cov 2 di utilizzare il recettore Ace2 per entrare nelle cellule umane. Sebbene questo abbia dimostrato di essere geneticamente più simile ai virus del pangolino rispetto al RaTg13, gli autori hanno scoperto che la proteina Spike non ha mostrato tracce della ricombinazione che si verificano tra il lignaggio che porta al Sars Cov 2 e altri sarbecovirus noti. Sulla base di questa scoperta, propongono che questa proteina e il suo dominio di legame del recettore siano un tratto ancestrale del lignaggio che porta a Sars Cov 2, RaTg13 e Pangolin-2019. Pertanto gli autori concludono che, sebbene Sars Cov 2 e il virus del pangolino condividano un antenato comune, e sebbene i pangolini possano aver avuto un ruolo nella trasmissione all’uomo, “è improbabile” che questo mammifero “sia stato un ospite intermedio” del nuovo coronavirus.

Lo studio su Nature

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