Il più faticoso degli ultimi nove, di sicuro quello arrivato nel modo più anomalo possibile, con una pausa durata mesi e gli stadi vuoti. La vittoria contro la Sampdoria regala lo scudetto alla Juventus di Maurizio Sarri: per i bianconeri è il nono consecutivo, record nei principali campionati d’Europa, il 36esimo di tutta la sua storia. Per l’allenatore toscano, invece, è il primo titolo personale in Italia. Sarà anche per questo che alla vigilia Sarri aveva definito questo come “il campionato più difficile della storia del calcio italiano“. Il riferimento era all’emergenza coronavirus che ha stravolto il campionato, ma lo scaramantico Sarri non può non aver pensato per un attimo alla sua storia personale: partito dalle categorie minori mentre lavorava in banca, ora vince addirittura il campionato.

Ronaldo e Bernardeschi laureano la Juventus campione d’Italia con due turni d’anticipo. A Torino finisce 2-0: il protagonista assoluto è CR7: segna, fa segnare e si permette anche di sbagliare un’altra volta un rigore dopo quello di giugno contro il Milan. Una Sampdoria coriacea e forte di 5 vittorie sulle ultime sette partite tiene testa per 51 minuti del primo tempo alla Juve alla ricerca della notte scudetto, ma Cristiano Ronaldo frantuma le illusioni e lascia intravedere che la festa è a Torino. Il faticoso gol dell’1-0 arriva infatti agli sgoccioli dei 6 minuti di recupero del primo tempo su passaggio di Pjanic. All’89mo clamoroso rigore sbagliato di Ronaldo, un film già visto nella prima partita della ripresa contro il Milan, stavolta centrando la traversa. Poco male in fin dei conti, il 36mo scudetto e nono di fila c’è, si può finalmente festeggiare dopo lo stop imposto dall’Udinese nella 35ma giornata.

Tornando al “campionato più difficile della storia” è indubbio che quella sospesa a marzo sembrava essere un’altra stagione rispetto a quella che si è rivelata. La Lazio – la sorpresa del campionato – pareva inarrestabile in rimonta, pronta a sfilare il tricolore dalle maglie dai bianconeri. Dopo il lockdown, però, i ragazzi di Simone Inzaghi sono crollati, complici gli infortuni e una panchina troppo corta. L’Inter, la candidata a fare l’anti-Juve, si è allontanata troppo nella prima parte del torneo. L’Atalanta ha fatto da outsider. La Juventus, da parte sua, non ha fatto la Juventus: negli ultimi anni gli spettatori erano abituati a vedere una squadra che – almeno in Italia – era solita ammazzare il campionato. Il successo è arrivato soprattutto grazie ai gol di Ronaldo e Dybala e allunga una serie cominciata nel 2012 (premier Mario Monti, al Qurinale Giorgio Napolitano, i 5 stelle fuori dal Parlamento). Per Sarri, invece, è il primo titolo in Italia: l’Europa League, infatti, l’aveva vinta col Chelsea. Col Napoli, invece, era rimasto a secco. Prima aveva collezionato solo una Coppa Italia di Serie D col Sansovino nel 2003. Chissà se all’epoca gli avessero detto che il secondo trofeo sarebbe stato uno scudetto.

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Juventus campione d’Italia per la nona volta di fila: lo “scudetto di cartone” conta solo per il futuro bianconero

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Juventus, Sarri: “Scudetto più difficile dei nove bianconeri. Come tutti i bambini sognavo di vincerlo da grande, l’ho fatto da vecchio”

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