Un carosello di camion, furgoni, taxi e corriere ha accompagnato lo sciopero dei trasporti indetto venerdì a Genova da Cgil e Uil per chiedere di “liberare la Liguria” dalla morsa di cantieri sulla rete autostradale e locale della regione. “Non abbiamo partecipato al corteo analogo di martedì perché era organizzato dai datori di lavoro per chiedere indennizzi – spiega Enrico Aschieri della Filt Cgil – perfettamente legittimo ma limitato, noi guardiamo ai diritti dei lavoratori che sono costretti ancora una volta a scegliere tra la sicurezza e la qualità del lavoro, con orari infiniti e riduzione degli incarichi a causa degli ingorghi continui”.

Come sottolinea anche Giovanni Ciaccio di Uiltrasporti: “Siamo stanchi di questa perenne campagna elettorale con continui scarica barile tra Comune, Regione e Governo, abbiamo bisogno di soluzioni e non chiacchiere”. Se infatti Aspi è stata costretta a intervenire d’urgenza dalla magistratura, che ha evidenziato carenze gravissime su viadotti e gallerie che si protraevano da oltre 25 anni, i lavoratori in corteo e le sigle sindacali evidenziano come le istituzioni locali e nazionali devono prendersi la loro parte di responsabilità: “Noi abbiamo sempre segnalato disfunzioni e problemi agli assessori e ministri competenti, inutilmente. Si è fatto finta di niente per anni e ora si limitano a scaricarsi di dosso le responsabilità in vista delle elezioni regionali – si sfogano al termine del lungo corteo di fronte al Palazzo della Regione. Al volante del suo mezzo pesante Bruno Squeri, autotrasportatore, racconta dei continui contrattempi che riguardano la chiusura di lunghi tratti autostradali, sensi unici alternati, ambulanze e autobus bloccati assieme a camion e auto private, ma anche enormi problemi sulla viabilità ordinaria, con cantieri fermi che bloccano la circolazione “senza neanche un operaio al lavoro”.

È la denuncia che fa sua anche Giovanni Ciaccio: “A dicembre venne fuori la vicenda di una delle tante ditte in subappalto che non pagava i lavoratori, ma è solo la punta di un’iceberg con chilometri di strade chiuse senza lavoratori perché non pagati dalle cooperative, situazione che si ripete e denunciamo da anni”. I mezzi, una quarantina in tutto, hanno attraversato la città suonando il clacson e dopo una prima tappa sotto alla Regione si sono diretti sotto la Prefettura, dove si sono uniti a un altro centinaio di lavoratori in attesa che una loro delegazione venisse ricevuta dal Prefetto.

Tra le richieste “un piano urgente di interventi che riducano, nel rispetto delle normative di legge, i cantieri, per migliorare le condizioni di lavoro degli autisti e la sicurezza degli utenti, un programma serio e concreto sulle infrastrutture stradali ma anche ferroviarie, che preveda adeguate coperture economiche per la loro completa realizzazione, perché in questi anni si è tanto parlato ma nulla è stato fatto”.

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