Scuole materne e asili aperti per i figli di quei lavoratori impegnati “in prima linea” durante l’emergenza coronavirus, o per chi non aveva altra soluzione che lasciarli ai nonni, i più fragili ed esposti alla pandemia. O ancora, lezioni in presenza per i bambini stranieri in difficoltà con la lingua e con la didattica a distanza. Questo è il tratto comune nelle strategie di diversi Paesi europei che emerge dalla mappatura fatta dall’Indire (Istituto nazionale documentazione innovazione e ricerca educativa) e da Eurydice sulla riapertura delle scuole. I risultati sono contenuti nel rapporto “Misure per la riapertura delle strutture per l’educazione e cura della prima infanzia nell’emergenza Covid 19 in alcuni Paesi europei”, che si concentra sulle strutture dedicate ai bambini da 0 a 6 anni. Mentre l’Italia ha deciso la chiusura delle strutture per evitare i contagi (puntando piuttosto sui centri estivi) e in attesa di capire come avverrà il rientro in classe, ogni Paese ha scelto – in base all’andamento dell’epidemia – di applicare tempi e modalità di riaperture diverse. Dalle mascherine alle lezioni all’aperto, ecco cosa è accaduto Paese per Paese.

Francia: riaperture progressive e presenze volontarie Nel contesto della strategia della ripartenza e con l’obiettivo di contrastare le crescenti disuguaglianze sociali, è stato deciso di riaprire le scuole progressivamente, a partire dall’11 maggio, nello stretto rispetto delle prescrizioni emesse dalle autorità sanitarie. In linea generale, è stato deciso che materne ed elementari avrebbero riaperto a partire dall’11 maggio su base volontaria: i genitori potevano perciò decidere se mandare a scuola i propri figli o se continuare con la didattica a distanza obbligatoria. Dal 18 maggio, hanno potuto riaprire anche alcune scuole secondarie inferiori (collèges), cominciando dal primo e secondo anno (6ème e 5ème), solo in quelle province in cui il virus ha avuto percentuali minori di contagio. A partire dal 15 giugno le scuole materne, elementari e i collèges hanno riaperto per tutti gli alunni, in maniera obbligatoria, a partire dal 22 giugno fino alle vacanze estive (4 luglio). La riapertura ha fatto molto discutere, soprattutto perché una settimana dopo 70 istituti sono stati costretti a chiudere temporaneamente e in via precauzionale per casi di contagio (sospetti o da verificare).

I protocolli di sicurezza si basano su cinque elementi fondamentali: il mantenimento della distanza fisica (almeno un metro), 
l’applicazione dei “gesti barriera” (lavarsi le mani ogni due ore, tossire nel gomito, usare fazzoletti usa e getta, non darsi la mano, ecc…), la limitazione degli incroci tra classi (cercando di garantire la stabilità delle classi e dei gruppi di alunni…) e infine 
la pulizia dei locali. Nello specifico, l’uso della mascherina è “vietato” per i bambini delle materne e “non raccomandato” per quelli delle elementari, visti i rischi di un uso scorretto. Gli alunni, inoltre, non dovrebbero essere più di 15 per classe. Insegnanti e personale della scuola devono, invece, indossare le mascherine tutte le volte in cui non possono rispettare il distanziamento fisico. Orari, organizzazione delle mense e trasporti sono stati lasciati alla responsabilità degli attori locali.

Germania: “servizio di emergenza” per l’infanzia e “saluti” di fine anno – A partire dall’11 maggio 2020, c’è stata la possibilità per i Länder di riaprire in maniera graduale e flessibile i centri di educazione e cura della prima infanzia. La riapertura degli asili e delle materne è stata inizialmente possibile solo sotto forma di “servizio di emergenza” per alcuni bambini, i cui genitori lavoravano in determinati settori (quello sanitario per esempio) e di categorie limitate di professionisti. Dal 27 aprile, il servizio è stato progressivamente allargato ad altre categorie. Un’attenzione speciale è stata riservata ai bambini iscritti al primo anno della scuola primaria (Grundschule) per l’anno scolastico 2020-2021: questi bambini, come sottolineato dalla Cancelliera Angela Merkel, hanno avuto il diritto di riprendere (seppure per un breve periodo) il contatto con i compagni e gli educatori della scuola materna, prima di “salutarli” per passare alla scuola primaria.

Spagna: asili aperti per i figli di chi lavora in sede – Le istituzioni di educazione e cura della prima infanzia (0-6 anni) hanno preso in considerazione la riapertura a partire dal 25 maggio solo per i bambini i cui genitori o tutori legali possono dimostrare di essere obbligati a svolgere il lavoro in loco senza possibilità di beneficiare di alcun tipo di misure di flessibilità. Tra le regole da seguire, la ventilazione effettuata quotidianamente e per almeno cinque minuti, l’accesso uno alla volta ai bagni (tranne quando è necessaria assistenza) e la pulizia almeno sei volte al giorno. Sono stati messi a disposizione più cestini per la spazzatura – preferibilmente con coperchio e pedale – per gestire al meglio i rifiuti (come i fazzolettini da naso).

Belgio: servizi per l’infanzia per chi non aveva alternative – Nella Comunità francese, durante il lockdown (durato fino al 3 maggio compreso) i centri di cura per l’infanzia hanno fornito un servizio alle famiglie che lavorano nei settori “essenziali” (assistenza sanitaria, distribuzione, ecc.) e a quelle che non avevano altre soluzioni per la cura dei propri figli se non quella di affidarsi ai nonni (considerata una categoria fragile), o alle famiglie che si trovavano in particolari situazioni di disagio sociale. Dal 4 maggio, tutti i bambini possono frequentare il proprio centro per l’infanzia (eccetto chi presenta i sintomi di malattia). A seguito della decisione del 15 maggio 2020 da parte del Consiglio di amministrazione dell’Ufficio per la nascita e l’infanzia, è stato possibile, per il periodo dal 18 maggio al 31 agosto, modificare i motivi delle assenze e ridurre le spese in tre casi: quando la situazione finanziaria dei genitori è peggiorata a partire dal 14 marzo, quando vi sono giustificazioni di tipo sanitario; quando vi sono difficoltà organizzative da parte dei genitori nella gestione dei minori.

Per quanto riguarda la riapertura degli istituti scolastici, il Consiglio nazionale di sicurezza prevede due fasi: a partire dal 2 giugno tutte le classi della scuola materna hanno potuto riprendere a tempo pieno e, dall’8 giugno, anche tutte le classi della scuola primaria hanno ripreso a tempo pieno. Il tutto è avvenuto con le queste disposizioni: distanziamento sociale tra docenti e genitori, nessuna mascherina, pasti freddi in aula e accesso ai bagni controllato. In Belgio, inoltre, hanno introdotto il concetto di “bolle di contatto” ovvero gruppi classi da 20 alunni.

Finlandia: lezioni in presenza per i figli dei migranti – Come in molti altri Paesi, in fase di emergenza è stato garantito l’accesso ai figli di coloro che sono impiegati in settori essenziali per il funzionamento della società, consentendo ai genitori di lavorare. Un recente decreto ha stabilito che alcuni bambini che frequentano l’istruzione preparatoria all’istruzione di base hanno diritto all’insegnamento in presenza. Si tratta degli alunni provenienti da contesti migratori (circa 3000) a cui viene rivolta una particolare attenzione per lo studio della lingua finlandese e svedese e l’acquisizione di competenze per la scuola dell’obbligo. L’obiettivo è fornire supporto agli alunni i cui genitori non sono sempre in grado di aiutare i propri figli nella didattica a distanza. Per il settore dell’infanzia, dell’istruzione primaria e secondaria inferiore, l’insegnamento in presenza è ripreso il 14 maggio 2020, se pur in maniera controllata e con maggiore attenzione alla sicurezza. Le autorità locali non possono quindi decidere autonomamente di chiudere le scuole, né di organizzare l’insegnamento solo sotto forma di didattica a distanza. Inoltre, i momenti dedicati alla ricreazione e ai pasti scolastici devono essere organizzati con la sola classe o il gruppo di alunni.

Estonia: centri aperti per i figli dei lavoratori dei settori ‘critici’ – L’assistenza all’infanzia rientra nella giurisdizione dei governi locali, quindi il funzionamento delle strutture per l’infanzia è stato deciso a livello locale. I centri per l’infanzia sono stati aperti ai figli di coloro che lavorano in settori critici per il funzionamento della società. Ogni struttura ha preso le proprie decisioni sull’uso dei dispositivi di protezione ma limitando
 il numero di persone che entra nell’edificio. 
I gruppi sono stati separati in modo tale che bambini e adulti (diversi dagli educatori) non entrino in contatto tra loro, né all’interno né all’esterno.

Islanda: asili aperti, ma per gruppi alternati – Le strutture di educazione e cura per la prima infanzia sono rimaste aperte, ma con restrizioni per consentire la massima sicurezza: per esempio, sono stati divisi insegnanti e bambini in sezioni o piccoli gruppi, in modo da limitare gli scambi esterni sia a casa che a scuola. Ciò ha reso necessario la frequenza di ciascun gruppo a giorni alterni. A partire dal 4 maggio tutte queste restrizioni sono state revocate, dato che l’epidemia sembrava finita o in fase di arresto.

Norvegia: lezioni all’aperto e meno mezzi pubblici – Dal 20 aprile gli asili sono stati riaperti e da lunedì 11 maggio son potute ripartire anche le scuole. In Norvegia, i comuni differiscono gli uni dagli altri per conformazione geografica e per dimensioni: di conseguenza, anche le modalità con cui le strutture si sono organizzate sono state diverse. In generale, il Governo ha consigliato di garantire un corretto (e frequente) lavaggio delle mani e di fornire un’attrezzatura adeguata per la disinfezione. Ha anche raccomandato 
di organizzare le lezioni in gruppi più ristretti e 
di effettuare gran parte delle lezioni all’aperto, 
di organizzare raggruppamenti in luoghi ampi. Le postazioni degli studenti sono state poste a una distanza adeguata l’una dall’altra – almeno di un metro – e si è cercato di limitare il più possibile l’uso dei mezzi pubblici da e per la scuola.

Polonia: niente passeggiate nei parchi pubblici e personale solo sotto i 60 anni– A partire dal 6 maggio le scuole sono state riaperte a determinate condizioni: ogni gruppo (limitato nel numero a discrezione delle autorità locali) dovrebbe occupare una stanza dedicata, preferibilmente sotto la supervisione di un insegnante. I bambini del gruppo dovrebbero avere un’età simile, tenendo conto delle loro esigenze, capacità e interessi e 
i giocattoli che non possono essere disinfettati regolarmente devono essere rimossi. Si è raccomandato poi di non coinvolgere il personale di oltre 60 anni nella riapertura. Chi lavora con i bambini non è obbligato a indossare le mascherine ma 
ogni ambiente dovrebbe essere dotato di impianti di disinfezione, compreso il liquido disinfettante disponibile all’ingresso. Le regole prevedono poi che ciascun ambiente abbia a disposizione un’unità di isolamento (in caso di necessità). I bambini possono utilizzare il parco giochi dell’asilo, ma non possono uscire a fare passeggiate, nei parchi e nei parchi giochi pubblici.

Portogallo: 2 metri di distanza e mascherine dai 6 anni in su – Dal 18 maggio le scuole dell’undicesimo e del dodicesimo anno (con l’uso obbligatorio di mascherine), sono state aperte dalle 10.00 
alle 17.00, 
così come asili nido e centri diurni. Durante la fase iniziale, cioè fino al 1° giugno, i genitori hanno avuto 
la possibilità di rimanere a casa e hanno avuto diritto al sostegno alla famiglia (66% dello 
stipendio). 
Dal primo giugno sono aperti asili nido, scuole materne e attività di doposcuola. 
L’uso delle mascherine è obbligatorio negli spazi chiusi: nelle scuole questo vale per gli alunni (dai 6 anni in sui), per gli insegnanti e il personale non docente. 
Si mantengono le raccomandazioni relative all’igiene delle mani e all’igiene delle vie respiratorie e alle precauzioni in caso di tosse, nonché la distanza fisica (2 metri).

Slovacchia: priorità ai figli dei lavoratori in prima linea – Dal primo giugno scorso è stato possibile riaprire scuole materne e scuole di base, nonché ‘club scolastici’ per bambini. In base alle capienza dei locali, i figli dei lavoratori impegnati in prima linea (personale medico, membri del servizio antincendio e di soccorso, forze di polizia) sono stati i primi a essere ricollocati negli asili, ma anche i figli del personale docente. Il gruppo classe è stato composto da un massimo di 15 bambini nella scuola materna e da un massimo di 20 bambini nella scuola elementare. Gli alunni più piccoli i cui genitori hanno deciso di non riportarli a scuola e quelli delle classi più avanzate hanno continuato con la didattica a distanza.

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