“Stanotte le circa 120 persone (infine 131) sul gommone in pericolo sono state trovate dalla cosiddetta guardia costiera libica e riportate in Libia”. Commenta così l’ong Alarm Phone su Twitter il ritrovamento del gommone da ieri alla deriva al largo delle coste nordafricane. “Siamo sollevati che siano sopravvissuti – aggiungono – ma temiamo per le loro vite, in una zona di guerra dove tortura, stupro e detenzione sono sistematiche”.

Il gommone si trovava a circa cinquanta miglia dalle coste libiche quando Moonbird, l’aereo a disposizione della ong Sea-Watch per il pattugliamento delle acque del Mediterraneo, ha segnalato la sua presenza, aggiungendo che uno dei tubolari si stava “sgonfiando”. Secondo le prime testimonianze, vicino al gommone è stato avvistato un corpo senza vita “che sembra essere in acqua da diversi giorni”.

L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha confermato l’informazione su Twitter, aggiungendo che tra le persone sopravvissute ci sono 13 minori. Le squadre dell’organizzazione erano presenti allo sbarco, avvenuto a Tripoli, “per fornire assistenza d’emergenza ai migranti”, ha precisato.

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