Le linee guida del ministero? Contengono un messaggio chiaro e raffinato per noi presidi: arrangiatevi”. Domenico Squillace è il dirigente scolastico del liceo scientifico di Milano “Alessandro Volta”. Una struttura che già prima della pandemia era “sovraffollata” con i suoi 1200 studenti e che sta provando a riorganizzarsi per poter riaprire in sicurezza a settembre. “Qui non abbiamo aree vuote, non abbiamo aule magazzino, ogni spazio è utilizzato”, spiega il preside mentre entra in quella che era la “Terza A”. Qui, dove c’erano 28 studenti, potranno starcene una ventina osservando la distanza di un metro tra le “rime buccali”, il termine “tecnico” usato nelle linee guida del ministero per indicare le labbra degli studenti.

“Non avendo gli spazi, stiamo pensando di dividere la classe in tre gruppi in modo tale che due terzi possano seguire le lezioni in presenza e un terzo possa fare altre attività a casa”, racconta Squillace precisando che “i gruppi si alterneranno continuamente per far sì che tutti gli studenti abbiano una relazione fisica con tutti”. Gli altri punti critici sono la gestione degli ingressi che dovranno essere scaglionati e degli intervalli. Fino ad ora la scuola ha ricevuto un finanziamento di 17mila euro per l’emergenza di cui 5mila euro per la maturità e 5mila euro per l’aggiornamento dei docenti. Mentre dovranno arrivare altri 45mila euro per la gestione della riapertura: “Potranno essere usati anche per l’edilizia leggera, per esempio se avessi uno spazio grande potrei tirare su un muro di cartongesso per creare più classi, ma io questi spazi non li ho”, afferma il preside mentre apre il cancello che porta al cortile interno: “Ci sono voluti nove anni per mettere a posto l’intonaco di questo spazio e adesso potremo usarlo nei giorni di bel tempo”. In cantiere c’è anche l’idea di usare gli spazi dell’oratorio e dei giardini di Porta Venezia, a pochi metri dall’edificio scolastico. “Faremo questi ragionamenti tra luglio e agosto”, conclude il preside che durante il lockdown aveva mandato una lettera ai suoi studenti: “Preservate il bene più prezioso che possediamo, il nostro tessuto sociale, la nostra umanità – scriveva a fine febbraio – se non riusciremo a farlo la peste avrà vinto davvero. Vi aspetto presto a scuola”.

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