L’Atlante di Mortalità della Regione Campania relativo agli anni dal 2006 al 2014 ma pubblicato solo nel 2020 in pieno lockdown da Covid-19 umilia il governo della Regione Campania, dal 2000 al 2010 affidato ad Antonio Bassolino, dal 2010 al 2015 a Stefano Caldoro, e dal 2015 al 2020 a Vincenzo De Luca.

Il report di Legambiente 2019 sugli ecoreati in Italia riporta la Regione Campania al primo posto in Italia dopo un momento di “pausa” dovuto a tutte le nostre battaglie ambientaliste degli ultimi anni. In tutti questi anni l’impegno quasi esclusivo di tutti gli uffici della Regione Campania è stato solo quello di negare ogni legame tra i problemi ambientali specifici e gravi della Regione Campania e il danno alla salute pubblica con eccesso di mortalità, e non solo per cancro, rispetto a tutto il resto di Italia.

La Campania è la Regione più giovane di Italia, e quindi in teoria doveva godere della migliore salute di tutti. In pratica per questo motivo incassa da decenni la quota pro capite più bassa per curare i propri cittadini ammalati. Come ormai certificato anche dalla Regione, ma soltanto nel 2020, questo gravissimo danno sanitario è tra l’altro limitato ad un ristretto numero di Comuni tra i 550 della Regione Campania, evidenziando la concentrazione del danno soltanto ad alcune zone del nostro territorio regionale (Asl Na 1,2,3) tristemente divenute famose nel mondo come la “Terra dei Fuochi”.

Da decenni ormai ogni giorno quei freddi numeri sono in realtà volti, persone, storie, vite spezzate in età giovanissima, per la “brutta” malattia. E sempre nelle stesse zone, negli stessi Comuni. Da Brusciano a Marigliano e Mariglianella, da Acerra a Casalnuovo a Caivano ad Afragola e Casoria, da Scafati ed Angri sino a Marcianise e Santa Maria Capua Vetere. In pochi Comuni della Regione infatti si concentra un danno alla salute ben maggiore della media nazionale; sono i Comuni dove si concentra la gran parte dello smaltimento illecito non dei rifiuti urbani, ma dei rifiuti industriali e manifatturieri di una Regione dove circa il 47% è lavoro nero.

E contro la fonte del danno sanitario di Terra dei Fuochi , cioè il lavoro nero e i rifiuti generati dal lavoro nero, cosa hanno fatto tutti questi governi regionali in questi tragici ultimi venti anni? Nulla! Hanno tutti scelto di non voler vedere gli “invisibili” schiavi del lavoro nero come a Mondragone, che soltanto Covid-19 ha reso, improvvisamente, visibili e pericolosi.

Antonio Bassolino lo ha del tutto e completamente ignorato: per lui il problema, sempre da non risolvere, erano soltanto i miseri rifiuti urbani, non più del 15 % del problema rifiuti reale. Con lui la Regione Campania ha scelto di non avere sul proprio territorio regionale nessun impianto per smaltire correttamente i rifiuti industriali, dall’amianto ai rifiuti ospedalieri ai rifiuti dell’edilizia: siamo la prima Regione di Italia per consumo di suolo illegale ed ecoreati da lavoro nero da circa trent’anni.

Stefano Caldoro ha affidato il “recupero di immagine della Regione” al canto di Gigi d’Alessio con le sue migliaia di bottiglie di acqua minerale in plastica, da comprare e scorrettamente smaltire, per regalarci un’ambulanza in più, e donato milioni di euro alle Società Sportive per migliorare i nostri “pessimi” stili di vita individuali, mai collettivi.

Vincenzo De Luca ha esordito con la precisa volontà di fare scomparire proprio dal web le parole stesse “Terra dei Fuochi” ma senza neanche intaccare le cause che avevano generato quel nome, difendendo a spada tratta la (ottima) salute delle pummarole, vittime innocenti del danno di immagine secondo lui provocato da chi come noi denunciava il danno ambientale e non da chi sversava, allora come oggi ogni giorno, i rifiuti tossici da smaltire illegalmente perché illegalmente prodotti.

Nessuno ha osato rendere pubblica la tragica situazione delle nostre acque di falda, così come i dati epidemiologici, pubblicati nel massimo silenzio soltanto alla fine della legislatura, tacciando in questi anni con termini offensivi chi come noi chiedeva semplicemente di non confondere la salute dei cittadini con quella delle pummarole.

Perché ancora De Luca, perché ancora Caldoro? E perché non compare una alternativa ambientalista degna e competente in grado di spiegare e intervenire con efficacia sui singoli punti sempre carenti senza preclusioni e invasioni di campo ideologiche “a monte” (impianti per rifiuti speciali, ospedalieri, tracciabilità dei rifiuti, lotta al lavoro nero, trasparenza e trasmissione in tempo reale dei dati sanitari ed epidemiologici con pubbliche discussioni con società scientifiche come Isde)?

Perché “tutto cambi affinché nulla cambi”, rendendo la nostra scelta elettorale limitata soltanto a scegliere quale tra le lobby di riferimento sarà poi quella che potrà godere dei vantaggi economici legati al potere. Non vedo volontà concrete di migliorare la situazione ambientale della Regione Campania, che tra l’altro rischierebbe di fare perdere notevoli investimenti nella Sanità che cura, anche della camorra.

Ma cosa poteva cambiare se, ascoltandoci, si interveniva dal 2006? Un dato sintetico ma non lontano dal vero lo possiamo dedurre dalla seguente considerazione: ogni giorno registriamo circa cento nuovi casi di cancro in regione Campania. Secondo noi almeno 20-25 al giorno, ogni giorno, intervenendo sulla tutela dell’ambiente e dei rifiuti industriali, si potevano evitare o quanto meno ridurre. Sono circa 9mila casi all’anno. Sono circa l’equivalente dei ricoveri all’anno di un Istituto importante come la Fondazione Pascale, unico Istituto dei Tumori pubblico della Regione Campania.

Il mancato intervento a tutela dell’ambiente nella nostra regione per gli ultimi venti anni vale circa un intero Istituto dei Tumori che poteva per incanto non lavorare ogni anno. E stiamo parlando solo di numeri e costi, non di volti, persone, storie, vite spezzate ogni giorno in maniera evitabile semplicemente assicurando tutela all’ambiente e la giusta dignità al lavoro secondo le leggi vigenti.

Chi tra Caldoro, De Luca, M5S o “antagonisti” devo quindi scegliere per vedere sparire in vita “Terra dei Fuochi”? Sembra ridicolo ma l’unico “mostro” che ha bloccato le attività manifatturiere in nero e quindi spento con efficacia e in un solo mese e mezzo Terra dei Fuochi è stato soltanto Covid-19, con un “costo” di “soli” 435 decessi ad oggi. Spero quindi che Covid-19 si candidi a Presidente: nessuno è stato e sarà mai equo, non strumentalizzato ideologicamente ed efficace come lui!

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Stop alle pratiche crudeli sui maiali negli allevamenti: per questo nasce #SosPig

next
Articolo Successivo

Rifiuti e Covid, la Commissione Ecomafie: “Superare sistema di deroghe della fase di emergenza, rischio favorisca gestione illegale”

next