di Michele Ambrosini

Gli ultimi due anni non sono stati facili per il presidente francese Emmanuel Macron. Il suo governo, spesso accusato di fare gli interessi delle grandi aziende e delle classi sociali più agiate, si è dovuto scontrare prima con le proteste dei Gilets Jaunes, scaturito dall’aumento delle imposte sulla benzina, in seguito con il più lungo sciopero nella storia della repubblica francese, causato dal tentativo di riforma delle pensioni.

Che il giovane partito La République en Marche (Lrm) fosse calato nei consensi era indubbio, ma le ultime elezioni municipali, caratterizzate da una fortissima astensione al voto, ne hanno sancito la débacle. A Parigi è stata riconfermata la sindaca socialista Anne Hidalgo, mentre il partito ecologista si è imposto in città importanti come Lione, Bordeaux e Strasburgo.

Paradossalmente, anche l’unico successo de Lrm, l’elezione a sindaco di Le Havre del primo ministro Edouard Philippe, potrebbe causare qualche problema a Macron, in quanto lo stesso Edouard si è dimesso dall’incarico nel governo per andare a ricoprire la nuova carica.

A due anni dalla fine del mandato, Macron è costretto a una corsa per riguadagnare almeno una parte dell’elettorato. Per farlo, sembra che il presidente abbia deciso di dare una svolta ecologista al suo governo, una scelta chiaramente motivata dal recente trionfo dei Verdi francesi.

Settimana scorsa, il presidente francese ha incontrato i 150 membri della Convention citoyenne pour le climat, dichiarando che 146 delle 149 proposte avanzate dalla convenzione verranno trasmesse al parlamento, impegnandosi a investire 15 miliardi di euro nei prossimi due anni per la transizione verso un’economia più sostenibile e aprendo alla possibilità di un referendum “per l’introduzione di nozioni di biodiversità, ambiente e lotta contro il riscaldamento climatico” nell’articolo 1 della Costituzione francese. Secondo il capo di stato, questi passi segnano l’inizio di una nuova strada da intraprendere per il suo governo.

Per ora, i suoi annunci sono stati accolti con scetticismo da buona parte della popolazione. Secondo un sondaggio effettuato da Yougov, il 66% degli elettori ritiene che Macron non abbia finora fatto abbastanza per l’ambiente, mentre il 58% ha dichiarato di non ritenere sincere le ultime dichiarazioni in merito alla transizione verso un’economia sostenibile.

I prossimi due anni riveleranno se il presidente francese ha davvero la volontà e lo spazio di manovra per effettuare questa svolta ecologista.

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