Giorgia Meloni ha detto seraficamente che non scaricherà l’app Immuni e ha invitato gli italiani a fare come lei. Questo è un messaggio gravissimo, perché lei è la leader di un partito al 15% e fa passare un messaggio totalmente opposto rispetto a quanto sostenuto dagli esperti e dal comitato scientifico. Mi dà fastidio quando un cittadino sbaglia, ma mi fa profondamente incavolare quando a sbagliare e a dare messaggi sbagliati è qualcuno o qualcuna che dovrebbe dare l’esempio”. Così a “Otto e mezzo”, su La7, il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, commenta le dichiarazioni della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che ieri, intervenendo alla trasmissione ‘Non è un Paese per giovani’ (Radio Due), ha invitato gli ascoltatori a non scaricare l’app Immuni, perché “è una iniziativa fatta in violazione del codice appalti e delle norme italiane”.

Scanzi menziona poi il caso del numero del tennis mondiale, Novak Djokovic, risultato positivo al coronavirus in occasione dell’Adria Tour, torneo benefico da lui organizzato senza far ricorso alle precauzioni anti-Covid. E aggiunge: “I virologi hanno sempre litigato anche a febbraio e anche in quel mese c’erano i ‘tremendisti’ e quelli che dicevano che andava tutto bene. La maggioranza diceva che andava tutto bene. Noi ci siamo fidati e abbiamo sbagliato, io per primo. Fare però lo stesso dibattito a metà giugno è doppiamente grave, perché sono passati quattro mesi e ci sono state decine di migliaia di morti. Quindi, credo che nel dubbio, che è quello in cui viviamo adesso, sarebbe molto meglio lasciare un messaggio più ‘tremendista’ che non possibilista. Se si è in dubbio, è molto meglio stare più attenti”.

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